ARTE & SALENTO

Luigi Stifani, murale in omaggio al violinista delle donne tarantate a Nardò

La Redazione

Un murale dedicato a Luigi Stifani, un omaggio bellissimo alla grande figura del violinista terapeuta delle donne tarantate. L’opera è stata finanziata dall’amministrazione comunale. E’ stata realizzata da Mat Cenere, illustratore e muralista marchigiano, in via Antonio Siciliano, sulla parete laterale di un alloggio delle case popolari. Attraverso un contatto di qualche tempo fa con il consigliere comunale con delega alla Street Art Gianluca Fedele per un’opera sul tema del tarantismo e della tradizione musicale popolare, Cenere ha avviato la sua ricerca iconografica convergendo le attenzioni sulla figura di Luigi Stifani.

Una ricerca che in parte si è basata su “Io al santo ci credo”, un libro dello stesso Stifani. Il murale è il frutto di questo lungo lavoro di approfondimento. Rappresenta Stifani mentre suona il violino, arricchendosi di elementi decisivi nella “descrizione” della figura e del fenomeno del tarantismo:

  • San Paolo, il santo protettore delle “tarantate”.
  • Una barca, che ricorda il viaggio compiuto da un giovanissimo Stifani nel Mediterraneo, che lo proiettò alle radici del fenomeno.
  • Una nota musicale con un serpente attorcigliato, che ricorda il bastone caduceo simbolo della medicina e quindi di pratiche terapeutiche.
  • Il gufo, simbolo dell’ellenismo e quindi la connessione con la Grecia, così familiare con un’area del Salento.
  • Ovviamente, il ragno, dal cui morso ha origine il fenomeno.
  • Infine, forbici e pettine, gli arnesi più utilizzati dal barbiere, il mestiere di Stifani e quello di altri terapeuti del Novecento.

Chi è l’autore dell’opera e chi era Luigi Stifani.

Mattia Paganucci, in arte Mat Cenere, è nato a Jesi, nelle Marche. Ha iniziato il proprio percorso artistico con la fotografia. Successivamente le prime esperienze con i graffiti, che nel tempo diventeranno una costante nella sua forma d’espressione artistica. Il suo ambito di ricerca attinge prevalentemente dalla mitologia e dalle tradizioni popolari, utilizzando un linguaggio visuale ricco di simbologia. È fondatore e membro attivo del progetto B.e.S. (Bestie Effimere Speciali). Ha esperienze significative in festival dei graffiti, dei fumetti e delle illustrazioni e in workshop e laboratori di pittura e decorazione ed è autore di murales e opere murarie in tutta Italia.

Luigi Stifani, nato a Nardò nel 1914 e scomparso nel 2000, è considerato il “padre” delle pizziche tarantate. Di professione barbiere, grazie ai virtuosismi del suo violino e ai moduli musicali da lui stesso inventati, ha condotto, nel corso della sua vita, innumerevoli esorcismi su donne tarantate. Ed ebbe cura di documentare su una rubrica 29 casi di tarantismo tra il 1928 e il 1972. Anche per questo, negli anni ’50, Stifani accompagnò l’antropologo Ernesto De Martino in occasione della sua ricerca sul tarantismo, introducendolo ai simbolismi di una tradizione che sarebbe stata insormontabile per un intellettuale estraneo al territorio e che trovò spazio in uno dei saggi fondamentali dell’antropologia italiana, “La terra del rimorso”.

Le teorie e le interpretazioni sul tarantismo enunciate dal maestro Stifani fornirono un contributo indispensabile all’indagine di De Martino, svelando il volto di una cultura popolare millenaria. Il libro conferì notorietà anche a Mesciu Gigi. A differenza di altri importanti e contemporanei musicisti terapeuti, mantenne ampie relazioni con il mondo degli studiosi accademici e fino alla scomparsa, la sua bottega di barbiere è stata meta costante di amici, studiosi e curiosi.

In onore di Stifani si tiene ogni anno, d’estate a Santa Maria al Bagno, un “memorial” con artisti e persone che lo hanno conosciuto. Il castello ospita da qualche anno un museo per preservare la memoria del maestro Luigi Stifani.

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