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Quaresima a Torre Cesarea anni ’40 – ’50: fede, tradizioni e personaggi

a cura di Salvatore Muci

Quaresima, quarantesimo giorno prima di Pasqua, nella chiesa cattolica è tempo di penitenza della durata di 40 giorni, dal mercoledì delle Ceneri all’inizio del Triduo Pasquale. Solo la Diocesi di Milano conserva ancora oggi l’uso primitivo e a tal motivo ha il carnevale più lungo (ambrosiano). Nella Quaresima si limitavano molto le celebrazioni delle feste santorali. Certe erano quelle dell’11 febbraio con l’apparizione della Madonna di Lourdes in Francia, e di San Giuseppe Patriarca il 19 marzo.

Si invitavano i fedeli alla penitenza col digiuno obbligatorio al mercoledì delle Ceneri e al Venerdì Santo, con l’astinenza delle carni, ogni venerdì quaresimale. Erano proibite le celebrazioni solenni dei matrimoni e le vetrate in chiesa, dov’erano posti i simulacri, erano coperte da lunghe e larghe stoffe di color viola. Anche la croce era coperta. Sacerdoti di determinati ordini religiosi erano invitati e inviati in molte chiese a tenere prediche, salendo su palchi posti in alto accanto al muro tappezzati. Era il cosiddetto quaresimale, valido per il periodo della Quaresima, Settimana Santa, sino alla vigilia della domenica di Pasqua.

Anche nella chiesa di Torre Cesarea, in via Ludovico Ariosto, a destra in alto a metà vano, c’era il quaresimale, dal quale il predicatore teneva i suoi sermoni. All’interno, sul muro, erano posti i quadretti a cornice nera, un po’ doppia nel legno, rappresentanti le varie stazioni della Via Crucis. Tra i sacerdoti che hanno predicato in Quaresima nella suddetta chiesa, si ricordano principalmente Don Gregorio Pagliula da Nardò, accolto dalle Circoline di Torre Cesarea sino al piazzale antistante la chiesa, e Don Cosimo Mele da Copertino.

Quaresima a Torre Cesarea: le feste di richiamo della nostra diocesi.

Costui ha avuto la fortuna, a differenza dei suoi predecessori, di avere una permanenza maggiore nei giorni feriali. Nella giornata di venerdì di via Crucis, seguiva i ragazzi sino al luogo denominato Petra ti lu Tialu, o sino all’altro ‘Carcara, per condurli sino alla chiesa e partecipare alla cerimonia religiosa quaresimale a Torre Cesarea. Solo dalla fine degli anni ’40 il sacerdote dimorava fisso nella borgata. Don Cosimo rimase nella marina sino al 1952, finchè non ebbe la nomina alla chiesa delle Cenate. A sostituirlo nell’incarico Don Lorenzo, primo parroco di Porto Cesareo.

Il suddetto sacerdote predicò la Quaresima dapprima nell’attuale cappella di Santa Cesarea Vergine, sino a quando non fu ultimata l’attuale chiesa parrocchiale della B. V. Maria del Perpetuo Soccorso, verso la fine degli anni ’50. Nell’indicato periodo del calendario liturgico, nella nostra diocesi d’appartenenza, erano di una certa rilevanza, i festeggiamenti in onore al Santo Patrono di Nardò e di tutta la diocesi, San Gregorio Armeno Vescovo e Martire il 20 febbraio. Quelli per San Giuseppe Patriarca il 19 marzo.

In questi giorni si notava la partecipazione alle due processioni del nostro parroco Don Lorenzo e sicuramente anche di quelli che lo hanno preceduto. La partecipazione della popolazione di Porto Cesareo era numerosa nel mercoledì delle Ceneri, quando Don Lorenzo poneva sul capo dei fedeli la cenere. Ma anche il venerdì di Via Crucis, al quale partecipavano allora, molti ragazzi e giovani. In quest’ultima, nella processione all’interno della chiesa, il parroco accompagnato dai chierichetti, dava spiegazione, stazione per stazione ai fedeli, sulla passione e morte di Gesù.

Tutti eravamo ad ascoltare preghiere e canti di riferimento. I quadri della Via crucis erano attaccati al muro per tutta la chiesa, di colore marrone il legno, con all’interno le 14 rappresentazioni della storia: la parte più alta era un po’ arrotondata con sopra una crocetta sempre in legno.

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