SANTO DEL MESE

Don Pino Puglisi, il Beato e coraggioso sacerdote antimafia

La Redazione

La sera del 15 settembre 1993 piazza Anita Garibaldi era deserta. Il corpo di un uomo giaceva a terra sanguinante, colpito alla testa da un sicario di Cosa nostra. Palermo attendeva stancamente che l’estate finisse e non sapeva ancora che la mafia aveva preso di mira, per la prima volta dopo decenni, un prete. Si chiamava Giuseppe (Pino) Puglisi e quel giorno compiva 56 anni. La sua è una straordinaria storia di chi ha saputo affrontare con la sola forza delle parole, della cultura e della fede la mafia.

Puglisi aveva trascorso gli ultimi tre anni della sua vita come parroco del quartiere palermitano di Brancaccio, uno di quei posti che i media definiscono abitualmente “ad alta densità mafiosa”, senza andare troppo oltre nella sua analisi. Ma ad influire sulla sua straordinaria umanità e forza d’animo influisce sicuramente la sua prima esperienza come sacerdote nel Belice terremotato del 1968. Tra le rovine egli predica con la bibbia, organizza preghiere, mostra la via della speranza.

La voce e testimonianza di Puglisi è silenziosa ed ha bisogno di orecchi attenti per ascoltarla. Il parroco di Brancaccio non amava scrivere e per lo storico ricostruire il suo pensiero non è semplice. Lo storico Vincenzo Caruso all’interno del libroDon Pino Puglisi – A mani nude” ci aiuta a scoprire i suoi punti di forza, in particolare la fitta rete di amicizie che lo circondavano. Amato dai suoi studenti vedeva e stimava l’azione pastorale di Giovanni Paolo II. Non casualmente, fu ucciso dopo la famosa invettiva del Papa ad Agrigento.

L’amato Don Pino Puglisi è proclamato beato il 25 maggio 2013 davanti a circa 100.000 presenze, al Foro Italico di Palermo. Per la prima volta una vittima di mafia è proclamata martire dalla chiesa.

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