Don Gregorio Pagliula, vicario a Porto Cesareo agli inizi del ‘900
a cura di Don Antonio Bottazzo
Per parlare della nostra comunità nei 70 anni di istituzione, non possiamo tralasciare la figura dei vicari – curati e parroci della stessa. Infatti la storia dei parroci e quella della parrocchia non sono separate e parallele: l’azione dei primi, si inserisce nel secolare cammino della comunità in cui vengono a trovarsi e ad operare. E per altro verso la condizione storica della parrocchia facilita i risultati del loro impegno e ne condiziona i programmi pastorali.
Chiusure e resistenze, talvolta o spesso, contrastano i loro tentativi e ne vanificano i progetti. Può sembrare strano, ma la nostra parrocchia in più di 100 anni ha visto solo cinque pastori. Il primo è Don Gregorio Pagliula (1915 – 1937) che non risiedeva tutta la settimana, ma raggiungeva la vicaria il sabato e la domenica. Riposava nella canonica attigua della chiesa piccola.
L’apporto di Don Gregorio Pagliula per la realizzazione della nuova chiesa nel nostro borgo.
Egli era di grandi intuizioni pastorali ed onesto come si può intravedere dalla lettera di commiato ai parrocchiani del Carmine, (Tipografia Leone 1949). Intervenne presso vari ministeri per la costruzione di una nuova chiesa per la comunità, dopo essere riuscito ad ottenere il terreno dall’ONC, acronimo di Opera Nazionale Combattenti. La chiesa però, fu realizzata da Don Lorenzo Marzio Strafella nel 1958.
Pur vivendo poco in Porto Cesareo istituì l’Apostolato della Preghiera. Fece dei lavori nella chiesa piccola, dove rinvenne delle ossa probabilmente appartenenti al leggendario Padre Martino da Lessa. I più anziani lo ricordano come affabile e socievole. Lo zelo si evince dal fatto che il vicario era attento alla santificazione del popolo. Infatti prima di ripartire per Nardò, la domenica amministrava l’unzione degli infermi ai parrocchiani che versavano in situazioni gravi. In due giorni formava le ragazze per prepararle come catechiste.