Campo Sportivo Don Zagà: le testimonianze di Rizzello e Giaccari
Gli incontri preziosi con Antimo Rizzello e Fernando Giaccari, per scoprire cosa accadeva al campo sportivo Don Vincenzo Zagà.
a cura di Alessio Peluso
Tipica giornata estiva nella nostra amata Porto Cesareo. Il corso in Via Garibaldi è relativamente tranquillo, trattandosi di un giorno infrasettimanale. Il solito via vai tra le varie commesse dei negozi di abbigliamento, qualche rosticceria aperta, qualche cesarino che gusta la sua sigaretta davanti al piccolo tabacchino e il profumo inebriante di dolci, precisamente di crepes farcite golosamente con la nutella. Giungo nella piazzetta principale. Noto due uomini di lungo corso che chiacchierano. Sono indeciso, quindi decido di proseguire oltre.
Un breve tragitto in giro per il centro, poi percepisco che è il caso di ritornare e provarci. Di fronte alla storica “Pizzeria da Antimo”, trovo appunto Antimo Rizzello. Un uomo sanguigno, arrembante, nonostante gli anni trascorrano veloci. Riesco a distoglierlo per qualche minuto dalla sua compagnia di amici e chiedo lumi sul calcio cesarino. Gli occhi si accendono, il cenno del capo è positivo. Il giorno dopo alle 18,30 nel suo storico locale è fissato l’appuntamento.
Una piacevole sorpresa: non solo Antimo Rizzello…
Puntuale mi presento e noto una piacevole sorpresa: ad attendermi sono in due! Oltre ad Antimo, c’è Fernando Giaccari. Anche lui ha vissuto e sentito il profumo del “Campo Sportivo Don Vincenzo Zagà”. Correva l’anno 1962, secondo quanto affermato da Antimo, quando iniziarono i lavori di spianamento del campo. Pietre durissime da ripianare, un lavoro arduo da compiere. Inizialmente si procede a tentoni, con quelle che loro definiscono simpaticamente mine.
In prima fila nel tentativo di mettere in sesto il terreno di gioco vari personaggi cesarini: da Antimo Rizzello ad Antonio Martina, passando per Federico Calasso e Cosimo Rizzello. Apporto fondamentale però, come riportato da Antonio Settembrini, con cui avremo modo di discorrere nelle prossime uscite, il prezioso contributo dell’impresa Bettoni di Brescia. In quel periodo era impegnata nella costruzione della SANS (Società Autopista Nazionale Sperimentale).
Antimo seduto, ripercorre con la mente quei momenti, le difficoltà incontrate, il campo che nonostante gli sforzi presentava una leggera discesa, ma soprattutto una pendenza che nei giorni di pioggia impantanava la zona vicina agli spogliatoi. Il ricordo si fa ancora più intrigante, pensando alla figura di colui, che con la sua generosità aveva permesso questo sogno e al quale il campo fu intitolato.
Il dolce ricordo di Don Vincenzo Zagà e del campo sportivo sottratto.
Don Vincenzo Zagà, originario di Leverano, aveva quell’ampio terreno sito in Via Veglie e lo mise a disposizione temporanea. Purtroppo non era di sua proprietà diretta, ma vi erano altri ereditieri, per cui negli anni ’70 il Porto Cesareo sarà costretto a trovarsi un’altra sistemazione.
A sinistra, panoramica di quel che resta del campo. A destra le “mura del botteghino”: qui infatti si lasciava una piccola offerta prima di entrare ed assistere al match. I più furbi invece, cercavano di arrampicarsi.
Di Don Vincenzo e della sua straordinaria bontà, è testimone l’Istituto per ragazzi disadattati, da noi cesarini identificato meglio nella “zona colonie”. Don Vincenzo Zagà, un grande uomo, prima che un sacerdote, provvidenziale nel cammino cesarino nel mondo del calcio. Approfondiremo la sua figura nel prossimo numero.
Nell’immagine sopra Antimo Rizzello, storico titolare della “Pizzeria da Antimo” dal 1957.