FOCUS MUSICALE

PFM canta De Andrè: al Teatro Italia di Gallipoli la poesia del Faber diventa musica

a cura di Alessio Peluso

C’era grande attesa per il concerto del 2 marzo 2024 della “PFM canta De Andrè”, uno show pensato in occasione dei 25 anni dalla morte di Fabrizio De Andrè. E chi meglio della Premiata Forneria Marconi, conosce a fondo la poetica del compianto cantautore genovese ed è in grado di trasformarla in una scarica di adrenalina, attraverso una band che nonostante gli anni che passano, continua ancora ad incantare e a rinnovarsi.

Già dalle 20:00 all’ingresso del Teatro Italia di Gallipoli l’atmosfera è bollente. Si fondono le generazioni di un tempo a quelle di oggi. Sì, perchè si notano volti giovani, a testimonianza che la buona musica, quella d’autore, ha fatto breccia in molti cuori di ventenni o trentenni. Intorno alle 21:00 finalmente si entra e col passare dei minuti la capienza del Teatro Italia va a riempirsi in ogni ordine di posto.

Alle 21:30 finalmente lo spettacolo ha inizio: Frank Di Cioccio, frontman del gruppo (come al solito scatenato tra voce, batteria e balletti sul palco) guida i suoi all’entrata in scena. Si parte in rapida successione con “Bocca di rosa”, si passa per “Andrea”, si continua con “Rimini”. C’è veramente l’imbarazzo della scelta e le emozioni del pubblico sono le stesse che la band trasmette.

Poi giunge uno dei momenti più intimi dell’intera serata, con un corposo omaggio al concept – album “La buona novella”. Da brividi il “Preludio“, con le luci blu che fanno da cornice al sottofondo di chitarra elettrica e i colpi della batteria in costante crescita, fino all’esplosione finale che introduce “L’infanzia di Maria”, seguita da “Il sogno di Maria” e “Maria nella bottega di un falegname”. Al tris di Maria segue la degna conclusione con “Il testamento di Tito”, dove nel noto testo vengono cantati i dieci comandamenti con riflessioni profonde e una poesia che non sente il passar degli anni.

Finale a sorpresa con canzoni marchio di fabbrica della PFM.

PFM canta De Andrè a Gallipoli

PFM canta De Andrè è anche il leggio vuoto e la voce di De Andrè accompagnata dalla band sulle note de “La canzone di Marinella”. E’ tra i momenti più suggestivi, mentre il pubblico canta e ascolta con trepidazione. Si arriva alla parte conclusiva: da “Zirichiltaggia” in dialetto sardo, con un simpatico litigio tra pastori, a “Volta la carta”, sino ad arrivare sulle note introduttive di “Amico fragile”, dove la chitarra di Michele Ascolese, storico chitarrista del Faber diventa protagonista. L’assolo finale e Di Cioccio alla batteria per la raffica di chiusura rendono questo pezzo intimo e ancor più speciale.

Poi è la volta de “Il pescatore” e del primo saluto finale al pubblico. Sì, perchè qualche minuto dopo la PFM ritorna sul palco richiamata a gran voce. E a sorpresa si riparte con due pezzi che sono marchio di fabbrica del gruppo: prima “Celebration”, poi emozioni di coda affidate al solo di “Impressioni di settembre”. E’ la vera fine, dopo due ore di adrenalina e apnea allo stesso tempo. La PFM ha colpito ancora, la musica ha trionfato al “Teatro Italia” di Gallipoli.

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