ARTE & SALENTOINTERVISTE

Doriano Minosa, l’arte del legno dal 1956

a cura di Alessio Peluso

Fari puntati sul 1° maggio e sulla figura dei lavoratori a Porto Cesareo. Per cui, dopo il focus riguardante il falegname nel contesto storico locale anni ’60 – ’70, andiamo a conoscere nello specifico chi questa nobile arte l’ha vissuta per molto tempo. Si tratta di Doriano Minosa, classe ‘49, e ad oggi Presidente dell’Associazione Marinai d’Italia a Porto Cesareo, che in esclusiva si racconta attraverso ECCLESIA Cesarina.

– Doriano, il profumo del legno, la tua passione, il tuo “pane quotidiano” per molti anni. Come ti sei avvicinato a questo mestiere, che come altre arti, è poco considerato dai più giovani?

– Il mio maestro è stato Gigi Zizzi, nel 1956, quando avevo 6 anni. Era un mio vicino di casa ed allora era usanza per i più piccoli andare dal cosiddetto Mesciu per imparare il mestiere. La mia prima costruzione fu una spada per giocare tra bambini; successivamente a scuola la maestra Mirella Caporaletti mi ordinò una bacchetta lunga 60 cm circa da usare a scuola, alcune volte con i più indisciplinati. E quella stessa bacchetta fui io il primo a provarla sulle mie mani…

Il tuo maestro, del quale abbiamo parlato e al quale devi molto: quali sono stati i suoi primi insegnamenti?

– Il mio maestro era molto attento alla posizione e alla sicurezza delle mani, oltre che delle attrezzature da usare con cura; in particolare scalpelli da taglio e serra ad arco. Inizialmente mi occupavo di spianare con il pialletto e levigare con olio di gomito, perché non c’erano attrezzature moderne. E soprattutto tenere in ordine la falegnameria. Allora durante il mio lavoro veniva fuori la pampuglia: strati sottili come fogli di quaderno della larghezza di 3 – 4 cm, in virtù dell’attrezzatura usata. Oggi con le macchine attuali invece, vien fuori la segatura.

Doriano Minosa, maestro del legno che tramandato il suo sapere a tanti giovani allievi.

– Tanti i maestri dai quali apprendere e i lavori commissionati…

– Certo! Già a 16 anni, nonostante dovessi studiare, ero in grado di lavorare in falegnameria da solo, costruendo le porte per la casa dei miei genitori. Di lì a poco però, il maestro Zizzi partì per la Germania e io iniziai a lavorare a Lecce, spesso in bicicletta (quella a tre mozzi), da Mesciu Osvaldo, originario di Cavallino e Mesciu Cosiminu di Avellino. Da loro ho ampliato le mie conoscenze. Inoltre non posso dimenticare il periodo successivo trascorso con Mesciu Ronzu, sempre a Lecce, sposato con la figlia di Sebastiano Greco da Porto Cesareo.

Tra i tanti lavori effettuati sono particolarmente legato alla realizzazione degli infissi interni ed esterni. In molte occasioni i miei modelli furono usati per essere inseriti all’interno di cataloghi. Una bella soddisfazione!

– Poi il momento della maturità, la prima falegnameria in proprio.

– Appena congedato dal militare nel 1972 finalmente mi dedicai a tempo pieno alla mia falegnameria, situata di fronte all’attuale M.A.G.C.C. in via Cilea, supportato dall’incoraggiamento di Giovannino Rizzello, che mi ospitò nel suo locale. Mi attrezzai con il passare del tempo acquistando attrezzature di nuova generazione. I clienti già mi conoscevano ed avevano fiducia nel mio lavoro, che ho proseguito sino al 2005. Tra i miei collaboratori ricordo con affetto: Emanuele De Pace, Daniele Durante, Cosimo (Mimino) Durante, Giovanni Leo, l’ingegnere Massimo Alemanno, Vinicio Rizzello, tutti di Porto Cesareo. E poi altri bravi dipendenti, provenienti da paesi limitrofi.

Foto di copertina per Doriano Minosa all’interno dello studio dell’Associazione Marinai d’Italia.

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