Il falegname: contesto storico e sociale a Porto Cesareo
a cura di Salvatore Muci
Il falegname è un artigiano che fabbrica manufatti di legno ricavandoli da tavole o assi di non grande spessore o regolarmente squadrate. E’ un lavoro che richiede l’esecuzione dei tipi più idonei di unione. Tal mestiere si svolge in un laboratorio che è la falegnameria, che comprende molte specializzazioni, fra cui quelle relative alla fabbricazione e alla messa in opera di serramenti, scaffalature per magazzini e uffici, banconi per negozi e la fabbricazione di mobili comuni, di mobili di lusso e d’abete con ebano e altri legni pregiati (ebanisteria).
L’attrezzatura dei laboratori di falegnameria è quasi completamente meccanizzata, facilitando il lavoro manuale e migliorando l’esecuzione dei manufatti. Nelle costruzioni edilizie la falegnameria comprende l’esecuzione e la messa in opera di rivestimenti in legno, zoccoli, serramenti (porte, finestre, chiusure come imposte, persiane, tapparelle etc.). Dopo la Prima Guerra Mondiale si è verificata un’evoluzione nei lavori di falegnameria a causa di un generale orientamento verso la prefabbricazione che, per la necessità della riduzione dei costi delle costruzioni civili, richiede l’unificazione e la normalizzazione dei manufatti.
In particolare, l’unificazione concerne le dimensioni dei mezzi di chiusura come porte e finestre. Negli anni seguenti al secondo conflitto mondiale si determinò l’industrializzazione delle opere di falegnameria. Il lavoro in grande serie consente di usare nuovi tipi di pavimentazione in legno (a mosaico, a riquadri) e le porte a battente unico in compensato, largamente usate nell’edilizia moderna.
Sin dall’antichità è stato uno dei mestieri più diffusi praticato dall’uomo. Secondo la tradizione storica esercitava il mestiere del falegname, Giuseppe, sposo di Maria e padre putativo di Gesù, appartenente alla stirpe di David, da Betlemme. Il termine usato dal vangelo lo designa più genericamente come un artigiano. Nel suo culto diffuso prima in Oriente dal V secolo e poi solo dal Medioevo in Occidente, solo in seguito fu istituita la festa del patrono dei falegnami al 19 marzo. Nel 1955, Pio XII, fissò al 1° maggio la festa di San Giuseppe artigiano.
Dal signor Zizzi a Mesciu Ucciu: l’arte del falegname nel nostro territorio.
Essendo uno dei principali mestieri tra tutti gli artigiani del mondo, tra le cittadine e soprattutto nei paesi più piccoli e negli antichi borghi era presente, come anche nella nostra Torre Cesarea. Nel corso Garibaldi, negli anni ’60, di fronte al forno di Viola Colelli era sita la falegnameria del signor Gigi Zizzi. Una volenterosa persona, umile e seria, sempre nel suo laboratorio per lavorare il legname. Abile nel costruire porte, finestroni e finestre, tavoli e sedie di ogni tipo e altri manufatti del genere.
Altri a svolgere quel mestiere in Porto Cesareo erano persone che arrivavano da fuori. Dapprima fu un certo Franco Macchia da Lecce, il quale sistemava portoncini e porte dentro case e appartamenti. Bravo anche a impiantare, casotti o chioschi in legno sia levante che a ponente, sul litorale di Porto Cesareo. Lo stesso discorso vale per Lelè Falconieri da Nardò che lavorava anch’esso molto bene nelle nostre case. Ogni tanto si notava e si vedeva per quel lavoro, un certo signor Assanti da Nardò. Egli teneva una piccola falegnameria nella contrada di Donna Domenica d’Arneo.
Altra persona che riusciva nel suddetto lavoro è stato Antonio Greco (in foto), conosciuto in paese come Mesciu Ucciu, nella falegnameria di via Catalani, incorporata nella sua abitazione. Egli si distingueva soprattutto per la composizione di belle cornici per quadri di un certo livello, di qualsiasi colore e bellezza. Nelle tante case di Porto Cesareo si notava la sua arte, la sua fatica e maestria, espressa anche fuori dal contesto locale, nelle cittadine limitrofe.