FOCUS MUSICALE

Petrelli, la chitarra nel destino

a cura di Alessio Peluso

“Osa diventare ciò che sei. E non disarmarti facilmente. Ci sono meravigliose opportunità in ogni essere. Persuaditi della tua forza e della tua gioventù. Continua a ripetere incessantemente, non spetta che a me…” Parole di Andrè Gide, scrittore francese e premio Nobel per la letteratura nel 1947. Una riflessione, che facendo un balzo nel tempo di trent’anni ci conduce al 12 ottobre 1977, data di nascita di Marco Petrelli, nato a Copertino, ma di origini cesarine.

Petrelli, la chitarra nel destino

Fin dalla più tenera età il ritmo è parte integrante della sua vita, a partire dalle classi primarie, con l’uso smodato di quella che diventerà a breve la “beat – box”, ovvero imitare la batteria con il movimento della bocca.  Ma è solo l’inizio e qualcosa si accende, durante il passaggio tra le classi, di un signore che invita a prendere parte ad alcuni corsi musicali.

Marco Petrelli ha le idee ben chiare e spinge la madre verso l’apprendimento della chitarra, ottenendo in cambio solo quella giocattolo. Gli anni passano e nel corso della Terza Media la visione di una foto sul libro di inglese, con un ragazzo accompagnato dai suoi amici, insieme ad un’appariscente chitarra blu, riaccende il desiderio. Questa volta, complice l’aiuto di un amico di famiglia, la madre cede alle richieste ed acquista una chitarra classica.

L’entusiasmo iniziale è travolgente e “Smoke on the water”, classico riff rock dei Deep Purple, è il primo pezzo che Marco riesce a suonare. Ad alimentare la fiamma della passione, ecco l’invito ad esibirsi durante i “Giochi di Don Bosco”, che si tenevano in parrocchia agli inizi degli anni ’90. L’aiuto del tastierista Antonello Saponaro è fondamentale per apprendere le canzoni e imparare nuovi accordi. Da qui in poi è un crescendo emozionale ricolmo di incontri con altri musicisti, spesso più grandi, con i quali confrontarsi e migliorare: a soli 13 anni Marco Petrelli si ritrova a suonare “The wall” dei Pink Floyd, con un gruppo di ragazzi quasi maggiorenni, che si complimentano per l’interpretazione. (leggi la seconda parte)

Nell’immagine sopra Marco Petrelli con la sua chitarra all’interno del “Covo di Mozart” in costruzione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *