Il tempo di cominciare? E’ adesso, tra obiettivi, concorsi, studi e prospettive di lavoro
a cura di Laura Berardi – Dalla Rubrica “Cartastraccia“
Febbraio è arrivato… All’orizzonte c’è Sanremo e il periodo di Carnevale, da trascorrere nel più completo relax, e poi c’è già marzo, che è il nuovo maggio. Sarà che sento in anticipo la primavera, e queste giornate un po’ più calde che risvegliano la mimosa e i bulbi addormentati mi chiamano all’appello: tanta è la voglia di cominciare in me e spero d’instillarvela! Quando si cerca lavoro o si vuole raggiungere un obiettivo, un traguardo, vincere un concorso, concludere un corso, si tentano varie strade, telefonate, tentativi, e-mail, si inseguono voci, amici, conoscenti, parenti. Quanto si studia, quanto si suda. Quante cose ci vengono incontro, quanti volti ci passano accanto, quante storie ci urtano, quanti orizzonti ci coinvolgono, quanti silenzi ci interpellano, quanti suoni ci parlano.
Come si vorrebbe sapere subito, raccogliere tutto, conservare l’inafferrabile, custodire l’irripetibile. Avere abbastanza, persino tutto! E invece ci vuole tempo, c’è bisogno di spazio. Non tutto è necessario, ma ci deve essere qualcosa di importante. Bisogna discernere. La curiosità è la cifra che ci consente di entrare nell’oscurità di quanto ancora non ci è familiare, non ci appartiene, non ci è esplicito, e ci consente di riconoscere corrispondenze con ciò che invece è nostro, vicino, conosciuto, sicuro.
Quando inizia il nuovo non è dato sapere. La vita ci si apre davanti come una terra dove non siamo mai stati: chiama, invita, sfida, aspetta, anticipa. A volte è il panico. Una terra da calpestare e da conoscere, comunque da lasciare, da cercare oltre, ancora, eppure da abitare, adesso per domani. Il nuovo che viene è un tempo da stringere tra le mani, da raccogliere e consegnare, da ricevere e affidare.
Il coraggio di lanciarsi in nuovi progetti.
E’ questo il nuovo: il tempo di cominciare. Esistere. Non stare lontano. Entrare. Farsi vicino. Si può vivere e restare sempre altrove, ma questo non è ancora esistere. Siamo fatti per ciò che ci appare impossibile: cerchiamo questo incontro. Il difficile non ci scoraggia, tantomeno ci ferma. Questo è il tempo che abbiamo per cominciare. Non verrà il tempo giusto. Abita già la nostra stanza interiore dove si torna a cercare speranza oltre il buio. E’ possibile non lasciare che l’oscurità e l’indefinito prendano il sopravvento.
La vita è una successione di passi e desideri, di inizi e compimenti, di approdi e fallimenti, di vicinanza e distanza. Una narrazione, forse, alla fine, è l’esistenza: pagine scritte, strappate, consegnate, nutrite da sogno e desiderio, memoria di voci, volti, mani, storie incontrate, volute, cercate, “…Perché siamo carne da accarezzare – canta Fiorella Mannoia – e progetti possibili da realizzare” (cit. “Dal tuo sentire al mio pensare”).
Siamo fatti per l’impossibile. Per questo il difficile non ci spaventa. Lanciamoci nei nuovi progetti senza paura di farci male. Cosa ci potrà mai succedere? E’ questo il tempo…per cominciare ad ascoltare le nostre percezioni e lasciare che si trasformino sviluppando suoni, melodie, giorni vissuti, frammenti di luce, segmenti di speranza, programmi, pagine scritte, racconti condivisi.