Cesarea diventa Feudo marinaro nel ‘400: i legami con l’est Europa
a cura di Salvatore Muci
Nel corso dei secoli, non è escluso che taluni elementi negativi abbiano ostacolato, o almeno scoraggiato, uno sviluppo demografico a carattere permanente sul territorio di Cesarea. Ciò si può ricondurre a tre cause principali: le invasioni barbariche, la presenza di paludi e le scorrerie di pirati arabi. In tal periodo, gli sforzi compiuti, prima dai Bizantini e in seguito dai Normanni per rendere abitabile Cesarea, non ebbero alcun risultato.
Come riporta il fiorentino Luigi Giuseppe De Simone, Presidente del tribunale di Terra d’Otranto in Lecce, che nella sua opera edita nell’anno 1888, racconta degli scarsi risultati avuti dagli Svevi, di far riabitare Civitatem Caesareae Augustae. Solo nel periodo della permanenza angioina, grazie a notizie riportate dai registri della loro cancelleria e tradotte dallo studioso Filangieri, sulla presenza, solo di naviglio, di un vero arsenale militare nel nostro porto. Testimonianze particolari sono oggi nel fondale del suddetto mare.
Cesarea diventa feudo marinaro e continua gli intrecci commerciali con Dubrovnik.
Solo dopo molti secoli, nel Medioevo e precisamente nel ‘400, si ha notizia della presenza di genti, dovute per quel movimento denominato nomadismo marinaro, nel porto di Cesarea. Fenomeno di natura demografica, per la presenza dei pescatori tarantini, attivi nel praticare il mestiere della pesca. I tarantini sin dall’inizio del ‘400 prediligevano Cesarea, perché il sito era esente da imposizioni di natura fiscale, un vero e proprio porto franco. E almeno tale rimase sino alla morte di Giovanni Antonio Del Balzo Orsini nel 1463.
Dopo la morte del principe, Cesarea divenne demanio regio, con decreto del 18 gennaio, anno 1464, voluto da Ferrante I d’Aragona, Re di Napoli. Pertanto il porto di Cesarea diventa un feudo marinaro. Nel suddetto tempo ci risulta da molte bibliografie, delle relazioni commerciali tra Dubrovnik (Ragusa) e il nostro porto.
E la Puglia tra il periodo angioino e l’aragonese, nel tema degli scambi commerciali col porto dalmata, oggi croato, è stato lo scalo più importante nel traffico marittimo, con la porta dell’est – europeo d’allora. Portato soprattutto avanti, grazie a commercianti ebrei, giunti molto tempo prima, dai Balcani. Determinate fonti sono negli studi di Carlo Massa.