Accoglienza seminaristi a Porto Cesareo da ogni parte del mondo: progetto iniziato nel 2018
a cura di Don Antonio Bottazzo
Nella Pasqua del 2018 il rettore del Seminario di Propaganda Fidei ci affidò per l’estate un seminarista originario della Papua Nuova Guinea: Federico. L’immagine che mi viene al pensiero di questo giovane è quella di Abramo che accogliendo tre uomini, in realtà accolse tre angeli. Così si è rivelato questo ragazzo: un angelo. Angelo è colui che sta davanti all’Altissimo a lodare il Signore. Federico lodava nel silenzio della notte col volto trasfigurato.
Angelo è chi accompagna la famiglia nel duro lavoro della vita. Federico con la semplicità e il sorriso infondeva coraggio alle famiglie e ai ragazzi che lo avvicinavano, ma soprattutto impreziosiva la sua vita e quella della comunità e di chi l’ha conosciuto nella sofferenza. Nel febbraio 2022 un cancro lo portò alla morte. Abbiamo prova se leggiamo con fede gli avvenimenti, che lui dal cielo ha guidato la nostra comunità in momenti difficili per l’educazione.
Il testimone, il giovane, lo consegna a Kollan (Bangladesh) e a Denis (Uganda) che per ben tre anni si sono rivelati gioviali, amati e amabili. Kollan, intelligente e uomo di discernimento nel guardare alle varie situazioni della nostra comunità, anche se privo di esperienza pastorale. Denis invece, uomo di bontà e di preghiera.
Accoglienza seminaristi: la soddisfazione della 92enne Gina Ronzino.
Ad agosto 2023 è la volta di un coreano, di un birmano e di un ugandese che si sono contagiati per vivere un’esperienza pastorale nella nostra comunità parrocchiale. Perché il Signore ha permesso queste visite? Questi angeli perché sono stati inviati qui dalla provvidenza? Forse per provocarci e tradurre quello su cui Papa Francesco ci martella: accogliere il fratello.
Interessante richiamare a tal proposito la visita di Andrea (in foto) dell’Uganda ad un’anziana della nostra comunità. La signora Gina Ronzino, 92enne, si complimentava con la nostra parrocchia per l’accoglienza dei seminaristi africani e asiatici, perché come lei affermava, con la maturità cristiana ed umana: la chiesa è una e l’accoglienza di questi ragazzi è a vantaggio del nostro paese e non banale, come agli occhi dei più potrebbe sembrare.