Nociglia e Santa Cesarea
a cura di Vanessa Paladini
La chiesa di Santa Maria dell’Itri a Nociglia ha un complesso programma figurativo che si sviluppa in diverse fasi pittoriche. La cronologia più antica, databile tra il 1065-1075 secondo André Jacob, si riscontra sulle pareti occidentali e settentrionali dell’edificio. Piccoli frammenti di una fase moderna invece, ad opera di un maestro salentino, si possono intravedere grazie ad una Trinità posta al centro della parete settentrionale.
La decorazione cinquecentesca è stata poi offuscata dal restauro successivo della chiesa che, con molta probabilità, è da collocare attorno al XVII secolo. Ad essere particolarmente interessanti sono due figure: la Madonna con il bambino e una Santa, da Sergio Ortese identificata con Santa Cesarea. La Vergine, in posizione orante, ha le braccia sollevate mentre tra le ginocchia regge il figlio che effettua una benedizione alla greca, con la mano destra e, con la sinistra, stringe il libro delle sacre scritture.
La composizione, sviluppata su un asse verticale, richiama soggetti mariani tardogotici già presenti sul territorio salentino. Tra i santi cinquecenteschi spicca certamente la figura di una Santa con in capo un turbante di seta bianca e dalla posa elegante. Secondo Ortese sarebbe la più antica rappresentazione ad oggi conosciuta di Santa Cesarea che nonostante «la perdita di dettagli arrecata da una vasta lacuna e dalla parziale sovrammissione di un San Leonardo, non impedisce la lettura di un titolo latino: (CA)ESAR(IA)».
Ad avvalorare l’ipotesi, per Ortese, è il modellino che la Santa regge nella mano destra e che potrebbe essere un riferimento alla grotta marina di Castro, dove Santa Cesarea si era nascosta per sfuggire alle violenze del padre.
Nell’immagine in alto Santa Cesarea, in quel di Nociglia.