ARTE & SALENTO

Tomba Lambertini a Trani: iconografia riconducibile a Galatina e Nociglia

a cura di Vanessa Paladini

A Trani, dove copiosa si rivela la presenza di manufatti adriatici (tra i quali si annovera la croce dipinta di Giovanni di Francia), la famiglia Lambertini commissionò a due pittori, forse appartenenti alla stessa bottega del maestro lagunare, di affrescare il monumento funebre noto come tomba Lambertini o Passasepe – Lambertini.

Al di sopra della cassa e incorniciato dal monumentale baldacchino si osserva un affresco che reca, nella parte inferiore, evidenti cadute di colore. Su uno sfondo purpureo vi è una Vergine regina, probabilmente assisa su un trono, ritratta nell’atto di reggere con le dita un velo bianco semitrasparente. Sulle sue gambe, originariamente, doveva essere raffigurato il Bambino dormiente, purtroppo oggi non più visibile.

Ai suoi due lati, due santi aureolati, a sinistra san Giacomo e a destra sant’Antonio abate. L’intero affresco è contornato da una cornice a bande verde, ocra, bianco e rosso e la provenienza dall’ambito veneziano è da riscontrare nel fondo porpora dell’affresco, preferito rispetto a quello oro. Datato intorno al XV secolo, l’affresco potrebbe essere ricondotto alla produzione di Giovanni di Francia, artista che già aveva affrontato il tema della Madonna del velo in una sua opera, di provenienza marchigiana, venduta a un collezionista privato il 19 Maggio 1989 dalla casa d’aste Christie’s di Londra.

Tomba Lambertini a Trani che richiama Santa Caterina d’Alessandria.

Il dipinto mostra la Vergine, assisa su un prato in fiore, nel gesto materno di coprire il Figlio con un velo. Si scorgono San Giuseppe in preghiera e un piccolo angelo adorante. L’opera tranese non è un unicum, dato che in Terra d’Otranto si inseriscono altre produzioni riferibili alla medesima iconografia.

La sua prima apparizione, secondo lo studioso Francesco Calò è probabilmente riconducibile a Galatina, in particolare a Santa Caterina d’Alessandria. Un pannello votivo, extra – ciclo nella navata destra, a ridosso della cappella degli Orsini rappresenta la Vergine in trono, tra san Giovanni Battista e san Leonardo, che nella mano sinistra reca un velo che ricopre il bacino del Bambino che stringe un cardellino al petto.

L’opera è datata dal Calò entro la prima metà del XV secolo. Da Galatina il tema si ripropone a Nociglia, nella chiesa di Santa Maria dell’Itri, attraverso un altro pannello, evocante lo stile galatinese, che ritrae la Vergine su un trono giallo che si staglia su uno sfondo porpora, intenta a coprire il Figlio, adagiato sulle sue gambe, con un velo. Il Bambino, in questo caso vigile, è colto nel momento in cui solleva una mano verso la Madre.

Bibliografia: Francesco Calò, La Madonna del Velo e il Bambino addormentato: un’iconografia funeraria tra cultura adriatica e Bisanzio. Il caso della tomba Lambertini nella cattedrale di Trani, in “Odegitria”, XXIII (2016), pp. 77-106

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