TERRA NOSCIA

Lenticchia: benessere e buona sorte in vista del nuovo anno

a cura di Massimo Peluso

La lenticchia è una pianta dalle origini molto antiche, circa 10.000 anni a.C. Fa parte della famiglia delle leguminose e produce tutto l’anno attraverso un baccello. Esso racchiude alcuni semi, detti comunemente lenticchie. La coltivazione avviene in molteplici zone del mondo in quanto ben si adatta a lunghi periodi di siccità e soprattutto in zone calde Euro-Asiatiche. Tra le specie “italiche” ricordiamo la lenticchia di Ustica e quella di Altamura.

È da considerarsi un alimento importante nella dieta umana: infatti per 100 g di lenticchie bollite si contano circa 120 Kcal, oltre ad un alto contenuto di proteine, carboidrati, ferro, calcio, fosforo, potassio e vitamine. Tutto ciò fa di questo legume un perfetto alleato per il nostro benessere. Ad esempio l’alto contenuto di anti-ossidanti risulta utile nella prevenzione dei tumori. Inoltre ha proprietà contro diabete, colesterolo e per chi è affetto da anemia per carenza di ferro.

Gli antichi egizi portarono per primi in Europa la lenticchia.

L’utilizzo culinario delle lenticchie è vario: dallo zampone, al cotechino, oppure assieme a pasta, riso o magari in minestra accompagnate da pezzetti di salsiccia, come avviene spesso nel Salento. Inoltre come non citare l’aspetto superstizioso di questi semi. Già dai tempi dei Romani erano simbolo di fortuna in quanto hanno forma di moneta e sono un alimento utilissimo nei periodi freddi, per cui venivano regalate delle lenticchie dentro una borsa di cuoio chiamata “scarsella”.

I primi però a portare questo prezioso alimento e a venderlo ad Italia e Grecia lungo le rive del Mediterraneo furono gli antichi egizi, mezzo secolo prima della nascita di Cristo. Durante il Medioevo invece la situazione cambia: da una parte chi attribuisce alle lenticchie buona sorte, dall’altra chi ne vede un segno di sventura. Forse quest’altalena di pensiero tra bene e male, richiama tanto il significato attuale di fortuna.

In ogni caso non facciamoci mancare questo legume sulle nostre tavole per la notte di San Silvestro. E magari regaliamone un po’, chissà che non porti fortuna davvero!

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