La cornula (carrubo in italiano), il gustoso cioccolato dei poveri
a cura di Massimo Peluso
Non di rado, capita di ritrovarsi, mentre si passeggia per la macchia mediterranea salentina, un albero sempreverde con dei frutti, che vagamente ricordano dei fagiolini color marrone scuro. Siamo di fronte al carrubo, detto cornula nel dialetto locale. Presente soprattutto spontaneamente, fa parte della famiglia delle Fabaceae. Vanta una tradizione antica nel leccese perché se ne apprezzavano i diversi utilizzi sia in campo farmaceutico, sia alimentare, i quali tratteremo in seguito.
In particolare, spostandosi verso il basso Salento, la densità di alberi di cornula aumenta sensibilmente. Bisogna ammettere che è davvero un bel vedere, quando si alterna con i fichi d’India e gli ulivi, regalando quell’aspetto caratteristico e surreale, che rende il nostro territorio così attraente per i turisti. Si pensi a delle antiche masserie o dei vecchi trulli immersi nel verde del carrubo.
Certamente, si tratta di una pianta spesso dimenticata dai più, data forse per scontata, ma che andrebbe rivalutata e riportata ai passati splendori, come vedremo. I nostri antenati, ben comprendevano le potenzialità della cornula nell’ambito curativo. Infatti, le foglie venivano impiegate in caso di problemi intestinali sia come astringenti, venendo seccate, sia come lassativo, tramite degli infusi. Oppure la cornula era protagonista di un decotto con fichi secchi, bucce di limone e fiori di fichi d’India detto Ticottu ti cornuli, molto salutare in caso di tosse secca, oltre ad ostacolare le infezioni intestinali.
Come preparare un liquore digestivo a base di cornula.
Ma, le qualità del legume nero sono numerose e inimmaginabili quando si tratta di “pancia”. In passato, i poveri contadini riuscivano a ricavare dalla cornula addirittura un surrogato del caffè, l’alcol e persino il miele, il quale veniva aggiunto ad un tazzone bollente di latte come rimedio naturale al mal di gola ed alle perdite momentanee di voce.
E come non ricordare la produzione del surrogato di cioccolato, tanto da essere definita il “cioccolato dei poveri”? A proposito di alcol, in molte zone del meridione si possono ritrovare i resti di vecchie distillerie di carrube, simbolo inequivocabile di una storia gloriosa.
Per gli amanti dei liquori digestivi, vi proponiamo il liquore a base di cornula. Dopo aver sbucciato circa 200 gr di cornula, inserirli in un vasetto in vetro, riempire con alcol, chiudere e tenere al fresco e buio per almeno un mese. Sciogliere mezzo chilo di zucchero in circa un litro d’acqua calda, scolare con colino l’alcol nel vasetto in vetro ed aggiungerlo allo sciroppo di zucchero ottenuto in precedenza. Il liquore è pronto per essere messo in frigo e consumato con moderazione dopo un pranzo in buona compagnia.