Venditti e De Gregori: amicizia, musica e passione nello show al “Forum Eventi” di San Pancrazio
a cura di Raffaele Colelli
Sono le 21:30 di una dolce serata di inizio ottobre. Si accendono le luci sul fantastico palco del “Forum Eventi” di San Pancrazio Salentino ed è subito magia. I componenti della band occupano le rispettive postazioni:
Alessandro Canini, alla batteria;
Danilo Cherni alle tastiere;
Carlo Gaudiello al piano;
Primiano Di Biase all’hammond, (organo elettromeccanico);
Fabio Pignatelli al basso;
Amedeo Bianchi al sax;
Paolo Giovenchi alle chitarre;
Alessandro Valle, pedal steel guitar e mandolino;
Roberta Palmigiani al violino;
Laura Ugolini e Laura Marafioti, le coriste.
Un’unica ovazione accompagnata da un fragoroso battito di mani del pubblico pagante accoglie i due famosi protagonisti, pronti a regalarci fortissime emozioni tra le note e i testi delle loro canzoni, nel cammino che passa per oltre cinque decenni in cui i due artisti sono stati, sono e saranno ancora figure di spicco nella storia della musica italiana d’autore.
Due romani doc, ma soprattutto due vecchi amici. Ex compagni di scuola con la medesima passione per la musica, che ha avuto il merito, per nostra fortuna, di farli ritrovare sui palchi dello stivale, davanti a migliaia di persone. La loro si presenta da subito una scaletta incalzante, concitata. Simile a un treno ci riporta indietro nel tempo, per poi farci rimbalzare prepotentemente nel presente.
Brani che storicamente sono divenuti leggenda e che uno dopo l’altro ci arrivano diretti nel cuore. Non solo con l’intento di commuoverci, ma soprattutto di rilevare tra le righe le attività marce di una certa politica o di una società priva di valori. Ma anche la consapevolezza di renderci l’animo libero e sereno.
Apertura concerto affidata a “Bomba o non bomba”.
Si apre la serata con “Bomba o non bomba“, con la voce profonda, a tratti rock e possente di Venditti che arriva come un fiume in piena. E quando a un certo punto il vocal sound di De Gregori fa la sua apparizione, il tutto si fonde in un’alchimia coinvolgente e perfetta. Ci riportano in un periodo particolarmente problematico della politica Italiana, dove lo spirito sfidante del nostro popolo resiste all’oppressione e lotta per i diritti di tutti.
I due artisti, per sempre ragazzi, rimescolano magistralmente durante la loro performance lo stile rock, insieme allo stile pop e a quello della canzone d’autore, non tenendo in considerazione gli anni che passano. Tuttavia, grazie ai loro testi sempre attuali è come se il tempo si fosse fermato. Ci arriva frusciando dolcemente nell’aria “Che fantastica storia è la vita“, una canzone profonda che ci avvolge e ci incoraggia ad abbracciare le complessità, le sfide e le gioie della vita. E lì ci sentiamo tutt’uno e lì ci teniamo per mano.
Con “Bufalo Bill” restiamo incollati alle nostre sedie ad ascoltare in assoluto silenzio Il capolavoro del “Principe”. Secondo il mio parere il suo disco più completo. Non è altro che un monologo malinconico di Bufalo Bill e della propria infanzia e del grande sogno Americano. Le note del brano “Sotto il segno dei pesci” ci portano nel 1978, uno degli album fondamentali nella ricca discografia di Antonello Venditti.
L’Italia era nel pieno degli anni di piombo, a pochi giorni dal rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Consapevoli l’ascoltiamo e la cantiamo all’unisono ad alta voce, come se fosse un vero e proprio inno nazionale. È trascorsa all’incirca un’ora e mezza dall’inizio del concerto. L’adrenalina corporea e mentale raggiunge il massimo livello. Una sensazione di incontrollata euforia mi invade, ma sarà ben poca cosa al confronto delle storiche note di “Rimmel“.
Venditti – De Gregori: la catena emozionale cresce con “Rimmel” e “La Donna Cannone”.
Il Forum letteralmente esplode in un clamoroso applauso. Ognuno è al suo posto e in piedi intona e ognuno conosce perfettamente il testo. Il più grande successo commerciale e popolare di Francesco De Gregori scritto e pubblicato nel 1975. Rimmel è una canzone che racconta di un amore finito, ma fuori dalle righe e diversa da tutte le altre, dove spesso cuore fa rima con amore. Qui le frasi nascondono qualcosa di forzato, di artificiale, una verità non gradita e nascosta da un pesante strato di trucco femminile, come appunto il rimmel sa fare.
Siamo ancora tutti in piedi e sorretti da un solo filo di voce quando la “Donna Cannone” riempie il palco. La cantiamo in sequenza, anche se molti non hanno più, compreso me, la forza vocale di farlo, l’ho sempre canticchiata, come posso trattenermi. La mia compagna mi è seduta vicino, mi guarda e sorride, notando sulla mia faccia arrossata un compassionevole sforzo. Il pezzo sin dalle prime uscite si presentò oltremodo popolare, forse troppo secondo i miei gusti, allontanandosi da quella che si può definire una canzone d’autore.
Racconta la storia di Miss Zazel, una ragazzina di 14 anni che nel 1877 al Royal Aquarium di Londra fu lanciata in cielo da un cannone a molla, diventando la prima donna proiettile. E tale avvenimento sembra aver ispirato De Gregori a regalarci una sorta di canzone – poesia. “Sara” mi suona dolce nelle orecchie, così come, subito dopo, “Alice“.
La prima affronta, dietro l’apparenza antiabortista, il tema della possibilità dell’aborto. Siamo nel 1970 ed era un problema assolutamente non trattabile, figuriamoci in una canzone. La seconda racconta di una ragazza appunto, Alice, che non vuole soffrire e vuole vedere del mondo solo le cose belle, trascurando quello che non le piace e che la farebbero stare male.
La magica nottata sta per volgere al termine. Il tempo passa veloce, vorrei non finisse mai. Sarebbe bello tirare fino all’alba e assorto nei miei pensieri improvvisamente si fa largo “Notte prima degli esami“. Venditti si accomoda allo sgabello del suo fatato pianoforte e comincia a regalarci note e parole, una più suggestiva dell’altra; una sorte di inno alla Maturità.
La memorabile serata targata Venditti – De Gregori si conclude con “Roma capoccia”.
Ci ritroviamo di colpo catapultati nel 1984 quando emozioni forti ci riportano in quella notte di tanti anni fa, quella che precedeva gli esami più importanti e che ci avrebbero dato, appunto, la maturità dopo cinque lunghi anni di studi. Il pianoforte smette di suonare l’ultima nota, De Gregori chitarra a tracollo, si avvicina con il suo passo principesco all’asta del microfono, lo posiziona e inizia con “Generale“.
Siamo tutti in piedi pronti, e come la Donna Cannone. Anche in questo caso conosciamo tutto quanto: parole, musica e pause comprese. Un pezzo che venne passato alle radio nel 1978. Un grandissimo successo che parla di una pagina davvero buia della nostra storia. Un fatto di terrorismo che accadde nel lontano 1956 quando sulla collina di Tarces un gruppo corposo di combattenti terroristi denominati BAS, tentarono di guadagnare l’indipendenza dal Trentino Alto Adige.
Le luci rotanti del palco si spengono, resta solo un faro puntato sulla figura nobile del “Principe” che con “Buonanotte Fiorellino” ci invita a restare in piedi e dare qualche passo di valzer. Io lo faccio insieme alla mia compagna, qualcuno abbraccia la propria moglie, dei fidanzati si baciano teneramente, lui prende la mano di lui, e lei accarezza i capelli di lei: fate come meglio credete, ci dice Francesco dal suo microfono, tanto siamo tutti figli di Dio.
Il concerto termina così: Antonello Venditti e Francesco De Gregori si abbracciano e ci salutano ringraziandoci calorosamente per la stupenda serata ritirandosi tra gli applausi dietro le quinte. Ma il pubblico pagante non è ancora sazio e reclama fortemente un altro pezzo. Bis! Bis!!! Gridiamo dai palchi tra fischi e incitazioni. Dopo poco le luci si riaccendono insieme agli strumenti e la mitica coppia intona “Roma Capoccia” e il Forum esplode ancora e per l’ultima volta. Grazie ragazzi, è stata una serata memorabile che porterò ben custodita dentro al cuore.