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Maradona, i segni del predestinato

Già all’età di 8 anni dimostra un controllo palla fuori dal comune. E da Buenos Aires sbarca in Europa, incantando il mondo.

a cura di Alessio Peluso

Se quel bambino ha otto anni, io sono Gardel…” Parole di Francisco Cornejo, colui che nel marzo 1969, doveva valutare se quel ragazzino di appena 8 anni, potesse far parte dell’Under 10 dell’Argentinos Juniors, realtà sempre molto attenta alla cantera. Non poteva sapere che al suo cospetto vi era Diego Armando Maradona.

E l’inizio del provino è già una sentenza. Il pallone spiove dall’alto e Diego prima lo controlla con il suo mancino, poi esegue un sombrero e scappa via verso la porta. Tra Cornejo e il “Pelusa” (a causa della folta capigliatura) è feeling immediato. Valanga di successi, con magie e dribbling tipiche del repertorio del predestinato.

Dal marzo 1976 debutta in prima squadra contro il Talleres e al primo pallone toccato è già tunnel, ai danni del malcapitato Cabrera. L’anno dopo esordio in Nazionale e a soli 20 anni umilia il portiere del Boca Juniors Gatti, che lo aveva pesantemente provocato, segnando una quaterna, con vittoria dell’Argentinos per 5 a 3.

Maradona: da Barcellona a Napoli, la città che lo proclama suo eroe.

Nel 1981 il passaggio al Boca Juniors, squadra per la quale ha sempre tifato. Basta poco e il 10 aprile 1981, nel Superclasico col River Plate, Maradona sigla il 2 a 0 con slalom alla difesa e al portiere. Il mondo si accorge di lui e l’anno successivo il trasferimento a Barcellona: in maglia blaugrana non scocca la scintilla e lo scudetto mancato, ma soprattutto la rissa provocata durante la finale di Coppa del Re con l’Athletic Bilbao, segna la fine dell’avventura catalana e il passaggio al Napoli.

Sarà all’ombra del Vesuvio che Diego accolto come un eroe, raccoglierà il meglio della sua carriera: due Scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa Uefa; nel mezzo il titolo Mondiale di Messico ’86 con l’Argentina e gol da cineteca, dribblando tutta la difesa inglese.

Per Napoli sono gli anni d’oro, Maradona invece prosegue il tunnel della droga aperto già a Barcellona, privandoci purtroppo del suo sconfinato talento. Dopo un intervento delicato alla testa, ci lascia a soli 60 anni, lo scorso 25 novembre 2020: lutto per Napoli e Buenos Aires e per l’intero movimento calcistico, che dice addio al numero 10 per eccellenza della storia del calcio.

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