Stefania Rizzo, metamorfosi del bello
a cura di Alessio Peluso
La pittrice Stefania Rizzo nasce in Svizzera, ma dopo pochi anni si trasferisce con la famiglia a Depressa di Tricase. È un artista autodidatta, la cui pittura travolge per l’immediatezza e per la forza dei colori. È una pittrice in grado di armonizzare il connubio tra anima e Natura: luoghi incantati, luoghi dell’Io, luoghi salentini letti con occhi sedotti, rappresentano uno stile inconfondibile.
La sua pennellata è uniforme, decisa, gli spazi sono profondi e gli orizzonti infiniti. Attraverso il colore Rizzo trasmette l’intensità del suo stato emozionale che si pone tra l’osservazione del luogo e l’esternazione di sentimenti che cercano ancora soddisfazione o che ne testimoniano l’appagamento.
Nell’opera di Rizzo la ricerca dell’immagine interiore da esternare attraverso la pittura sembra una sorta di metamorfosi del bello della vita che, appunto, si trasforma con impressioni di rossi caldi e con quelle di freddi blu e viceversa, ma caratterizzanti sempre da scene di quiete e di silenzio. Sono proprio la quiete e il silenzio i vettori che la elevano ad una poetica di solitudine e liberazione. La solitudine equivale al raccoglimento in sé e alla contestazione del rumore che la realtà produce.
Stefania Rizzo è una pittrice introspettiva che ha trovato nell’arte il modo di veicolare i sentimenti umani, riuscendo a plasmarli in immagini di ulivi, di campi, di lune, di visioni accese di luce stellare. Nella sua pittura è facile perdersi e ritrovare il senso più profondo della propria esistenza. Anche il suo Salento, pertanto, nelle visioni di Stefania Rizzo diviene uno stato d’animo che si tramuta in vento o brezza marina, sole rosso e cielo infuocato, entità floreali e spazi inondati da una luce quasi accecante.