Il novolese Bruno Epifani
a cura di Marcello Ballarin
Bruno Epifani è nato a Novoli nel 1936. Fin da ragazzo ha voluto promuovere nel suo paese attività culturali di vario genere. Per dar fede alla sua idea di giustizia volle insegnare ai ragazzi meno fortunati, in quel ghetto che erano le classi differenziali, convinto che a tutti si debba dare un’opportunità. Si è sempre interessato della letteratura contemporanea e si è laureato con una tesi su Tommaso Fiore.
Autore in vita di un solo volume, Epistolario Salentino (Lecce, 1967, Editrice “L’Orsa Maggiore”) e di due volumi postumi, “Una terra d’origine” (Caprarica di Lecce, 1986, “Pensionante de’ Saraceni”) e “Alle radici di Eva” (Lecce 2014, Edizioni Milella). Combattuto tra l’amore passionale per la sua terra, il dolore nel vederla malridotta, la rabbia per la sorte della sua gente e l’anelito a conoscere altri luoghi, ha provato l’insegnamento all’estero, prima al Cairo, nel 1975, poi a Barcellona, nel 1978.
Bruno Epifani si inserisce in quella cerchia salentina di cui Bodini è il capofila, accanto ad autori quali Pagano, Moro, Fiore, D’Andrea, Bernardini, Verri e Toma. Nel ’72 è stato tra i vincitori del Premio Salento e nel ’73 del Concorso di poesia “Cultura e azione”. Nel 2015 ha ricevuto il premio alla memoria nell’ambito del Premio Nazionale di poesia “L’arte in versi” a Jesi. È morto prematuramente a Roma, nel 1984 “strapieno di voglia di fare”, come scrisse di lui Antonio Verri.