I lupini, legumi antichi e spesso dimenticati
a cura di Massimo Peluso
Passando per le bancarelle nei giorni di mercato o durante le feste patronali, ci si imbatte in esposizioni a non finire di frutta secca, legumi, cocchi in fontane stile “Piazza Mazzini”, per poi intravedere queste “medagliette” color oro immerse nell’acqua: i lupini gialli. Parliamo probabilmente, di uno dei legumi più dimenticati e meno in vista, che porta con sé una lunga storia millenaria e tante qualità organolettiche.
Il lupino appartiene alla famiglia delle Fabacee, pianta annuale, tipico ed originario del bacino Mediterraneo. Presenta un fusto non molto alto, dal quale si ergono i baccelli con i semi freschi consumabili anche essiccati. Trova, nei terreni mediterranei, il giusto habitat, avendo bisogno di un suolo non molto umido, venendo raccolto prevalentemente ad inizio estate.
Già oltre 3500 anni fa, l’uomo coltivava questo legume nei territori miti della Grecia e dell’Anatolia (attuale Turchia), divenendo un alimento importante per la civiltà Greca e Romana, oltre a rappresentare un vero toccasana per il terreno, in quanto le sue radici rilasciano azoto. Questo rendeva e rende il terreno fertile e adatto anche al pascolo, per cui i popoli antichi non intendevano rinunciarvi.
E come inoltre, non ricordare la citazione nei “I Malavoglia” di Giovanni Verga? Infatti, nel famoso naufragio dell’imbarcazione Provvidenza, vi era un carico di lupini che una famiglia di pescatori aveva acquistato da uno zio per rivendere e fare affari. Da tenere in conto però una diatriba, ancora aperta, la quale mette in dubbio il fatto che quei lupini del Verga potessero essere, in realtà, molluschi e quindi vongole, visto che nella descrizione si usano i termini “leggeri” e “avariati”.
La nostra ricetta: le polpette di lupini.
Nonostante ciò, nulla toglie la centralità del legume in un romanzo così importante della letteratura italiana. Solitamente si consuma fresco, ma non di rado fa la sua bella figura in tante ricette, specialmente in quelle vegane. Infatti hanno un buon apporto di carboidrati e proteine, quest’ultime di poco inferiori rispetto alle classiche carni rosse. Una delle migliori qualità di questo legume è l’alta digeribilità, oltre ad essere perfetto per i celiaci, contiene fibre, ferro e grassi essenziali sia omega 3, che 6. Di certo è l’ideale per il buon funzionamento del cuore.
Ritornando in cucina, è essenziale eliminare l’amarognolo che contraddistingue il lupino. Come? Basterà metterli a bollire, lasciarli un’oretta in acqua salata e saranno pronti per entrare in campo, magari in qualche colorata insalata. Vi consigliamo in conclusione una ricetta facile: le polpette di lupini e funghi champignon. Dopo aver ammorbidito 300 gr di pane raffermo e strizzato per bene, aggiungere 200 gr di lupini bolliti frullati, 100gr di formaggio Grana, 100 gr di funghi champignon, 2 uova intere, sale e pepe. Impastare, far riposare un’oretta e friggere in padella: sarà una gustosa alternativa alle classiche polpette di carne domenicali.