Madonna del Carmine, la forte devozione e i festeggiamenti tra Nardò e Gallipoli
a cura di Massimiliano Dei Sommi
La Madonna del Monte Carmelo, più comunemente conosciuta come Madonna del Carmine, è molto sentita nel Salento. In particolare, a Gallipoli e a Nardò, dove viene festeggiata non solo liturgicamente, ma anche civilmente. Riscopriamo le antichissime origini di questa Festa Mariana, le quali pongono le loro fondamenta già nell’Antico Testamento, precisamente nel Primo Libro dei Re.
Sul Monte Carmelo, che vuol dire “giardino di Dio”, nel IX secolo a.C. si stabilì il profeta Elia. Lì fondò una comunità di uomini che difendevano la purezza della fede nell’unico Dio del popolo d’Israele. Dopo una siccità di tre anni e mezzo, Elia elevò una preghiera al Signore, affinché portasse la pioggia. Così ebbe la visione di una piccola nube che dal mare si alzava verso il monte, portando la pioggia, salvando quindi Israele dalla siccità. Questo è un segno fecondo dell’amore di Dio, la promessa della salvezza che ritorna ridondante nel popolo d’Israele.
I Padri della Chiesa hanno interpretato allegoricamente questa immagine come una figura profetica dell’Incarnazione del Verbo nella pienezza dei tempi. La pioggia, segno del perdono di Dio e della sua riconciliazione con il popolo pentito, rappresenta Cristo. La piccola nube invece, apparsa sul Carmelo è profezia della Vergine Maria che “innalzandosi purissima dal mare dell’umanità peccatrice ha portato in sé il Verbo della vita e l’ha donato al mondo”.
Verso la fine del XII sec. d.C. un gruppo di pellegrini latini, desiderosi di imitare l’esempio del profeta Elia, si riunì in comunità sul monte Carmelo con l’intento di abbracciare la vita eremitica sotto il patrocinio della Vergine Maria, per “vivere nell’ossequio di Gesù Cristo con cuore puro e buona coscienza”. Qui vi costruirono una Chiesa dedicandola a Maria sotto il titolo di Santa Maria del Monte Carmelo.
Un particolare episodio riguardante Gallipoli.
Successivamente, la Madonna del Carmine, secondo la tradizione, apparve il 16 luglio 1251 a Simone Stock, priore generale dell’Ordine carmelitano, promettendo la salvezza a coloro che avrebbero portato lo scapolare consegnato allo stesso religioso.
Ancora oggi, questo scapolare contraddistingue innumerevoli devoti e confratelli legati alla Madonna del Carmine. Sia a Gallipoli che a Nardò, nostra Signora del Monte Carmelo viene festeggiata solennemente nei giorni 15 e 16 Luglio di ogni anno con la Processione nella Vigilia e con momenti di unione e di convivialità accompagnati da musica, degustazioni e spettacoli, oltre che con le immancabili luminarie artistiche.
Per quanto riguarda la devozione gallipolina, vi è un episodio prodigioso da ricordare. Durante la Prima Guerra Mondiale, un giovane marinaio chiamato Aniello, si trovava a bordo di una nave a largo della costa di Gallipoli. Questa nave affondò e l’unico superstite fu lui che miracolosamente riuscì ad arrivare a nuoto proprio sulle sponde dove si trovava la prima Cappella dedicata alla Madonna del Carmine, proprio durante i festeggiamenti a Lei dedicati, mentre grandi e piccini pregavano e facevano festa.