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Pantani: una dedica sulle mura del Moccia di Nardò a vent’anni dalla scomparsa

La Redazione

Torna a “colpire” l’anonimo writer che firma opere di sticker art in giro per la città di Nardò. Probabilmente la stessa “mano” che ha omaggiato Cristian Calignano e la coppia Gregorio Caputo e Paolo Zacchino. Stamattina, sul muro di recinzione dell’istituto professionale “Moccia” in via Bonfante, è comparsa un’opera dedicata a Marco Pantani, indimenticato mito del ciclismo, uno degli sportivi italiani più importanti di tutti i tempi. E oggi, non a caso, è il ventennale della scomparsa dell’asso romagnolo delle due ruote, trovato senza vita il 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini.

Il Pirata è stato un campione celebratissimo, artefice di imprese memorabili sulle salite del Giro d’Italia e del Tour de France, ma anche personaggio discusso sulla cui scomparsa purtroppo aleggiano ancora tanti misteri. A fronte della verità giudiziaria sancita dall’autopsia e da varie perizie medico-legali, cioè la morte per overdose di cocaina e psicofarmaci (nell’ultimo periodo della sua vita a Pantani furono diagnosticati uno stato di depressione e una dipendenza da stupefacenti), restano ancora i dubbi sulle circostanze del decesso, più volte rilanciati dalla madre Tonina. Si è parlato spesso di omicidio legato al mondo della criminalità, del doping o delle scommesse. Tuttavia, anche la terza inchiesta aperta sulla sua morte va verso l’archiviazione.

Scattare e staccare tutti, le gesta da fenomeno del Pirata.

Resta la leggenda sportiva di un uomo con la testa luccicante al sole (spesso con la bandana), che quando iniziava la salita, si alzava sui pedali con le braccia ben salde al manubrio e scuoteva il cuore degli italiani. Celebri molte delle sue imprese, come quando nel Tour de France 1998 partì sul Colle del Galibier staccando e mandando in crisi il campione uscente Jan Ullrich per completare una doppietta Giro d’Italia e Tour che per l’Italia mancava dai tempi di Gimondi.

Tra le ultime memorabili azioni in salita, come non ricordare il faccia a faccia sul Mont Ventoux nel Tour de France 2000, un duello senza esclusione di colpi con Lance Armstrong. Poi quel maledetto giorno di 20 anni fa saltò per sempre la “catena” della sua vita.

Quando stacchi tutti e arrivi da solo, la vittoria ha il sapore del trionfo!”. Ciao, Pirata!

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