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La famiglia Parente a Porto Cesareo: dalla masseria Sarmenta all’impegno sociale

a cura di Salvatore Muci

Molte famiglie nel passato sono giunte sino alla nostra Porto Cesareo per vari motivi, uno fra tutti quello del lavoro, qualunque esso sia. E’ il caso della famiglia di cui tratto, i Parente. Costoro vennero da queste parti proprio per svolgere le loro fatiche, di natura agro – pastorale. Trovarono il loro ambiente ideale proprio nelle vaste macchie e area boschiva dell’Arneo e precisamente alla masseria Sarmenta.

Loro erano stati invitati o chiamati dai proprietari a portarla avanti, giungendo dalla vicina Leverano, anche se erano originari di Copertino, come risulta da ricerche svolte nei libri siti nell’archivio parrocchiale di Porto Cesareo. I proprietari della masseria dove loro abitavano, i Giannelli – Zuccaro, li fecero giungere sin là, tra fine ‘800 e primo ‘900.

Giunsero Giuseppe Mariano Pietro (Marino) e sua moglie Anna Maria Bonalesta da Copertino. Lui era figlio di Giuseppe e Lazzara Perrone, pure copertinese. Marino ebbe da sua moglie, otto figli, di cui sei maschi: Lazzaro Giuseppe natio del 1889, Vincenzo del 1892, Luigi del 1894, Salvatore del 1896, Cosimo ed Antonio che risultano in una cresima celebrata da Monsignor Giannattasio nella chiesa B. V. Maria del Perpetuo Soccorso, nell’anno 1909; poi le due donne, Giovanna del 1890 e Maria Antonia nel 1901.

Notiamo quindi che i riferimenti riguardo le nascite dei loro figli, coincidono tra la fine dell’800 e primo ‘900, proprio nel periodo della loro permanenza nella masseria. Dopo la morte del padre Marino avvenuta alla Sarmenta nel 1921, come anche la moglie deceduta lì anni prima, nel 1909, i figli e le figlie ormai accasati e ammogliati, si spostarono chi verso Torre Cesarea e chi per le varie vie dell’Arneo. Quelli che si accasarono a Porto Cesareo, svolsero quasi sempre lavori agrari, anche se contemporaneamente erano nell’edilizia.

La famiglia Parente: da Rocco a Salvatore, operativi nella promozione di feste a Porto Cesareo.

Un loro nipote Rocco di Salvatore si faceva notare in paese nelle varie organizzazioni di feste locali, quali la famosa Focara di Sant’Antonio Abate, nell’organizzazione dei carri per il Carnevale e nelle due feste di Santa Cesarea Vergine: quella della nostra Pasquetta, che era la prima domenica dopo Pasqua, quando la statua della Santa si trasportava sino alla cappella della masseria Sarmenta e ad agosto.

Un suo nipote Salvatore di Cosimo di Salvatore, in paese conosciuto come Totu, con suo padre, il fratello Antonio e gli altri fratelli, fu a capo di un comitato per i festeggiamenti di Sant’Antonio Abate dal 1971 – ’75, insieme ad altri suoi cari amici, nell’ultima domenica di gennaio. Erano tutti loro in famiglia a trasportare su vari autocarri, cataste di legna secca raccolta nelle campagne limitrofe.

Sistemando tutte quelle fascine di sarmente, giungevano sino all’attuale piazzale di Padre Pio, per la costruzione della grande pira, il falò. Sempre lui Totu, si distinse nel campo della politica, nelle file della Democrazia Cristiana, frequentando assiduamente la locale sezione “Vittorio De Pace“, sita nel corso Garibaldi. Fu forte sostenitore nella vittoria, nel confronto delle prime elezioni comunali di fine novembre dell’anno 1976.

Nella foto di copertina la famiglia Parente a Porto Cesareo durante l’organizzazione della Focara.

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