CURIOSITA & NEWS

Disoccupazione galoppante: fermi al palo o in groppa al cavallo?

a cura di Laura Berardi – Dalla Rubrica “Cartastraccia

L’immaginazione è come un cavallo focoso dentro un recinto. Potete guardarlo atterriti urlando che sta per travolgervi anche se siete al di là della staccionata, oppure potete osservarlo da annoiati: tanto che ci si può fare? Potete anche stare sulla staccionata e guardarlo entusiasti, sognando di cavalcarlo e fuggire lontano con lui, senza però mai neanche provarci. Oppure potete andargli incontro e affrontarlo, perché lui è il vostro cavallo ed è solo lui che può portarvi dove volete: oltre la staccionata, a raggiungere i vostri sogni.

Non basta il cavallo: servono la vostra determinazione e la vostra intelligenza. Occorre sapere quando stringere le redini e quando lasciarlo correre, bisogna decidere quando cambiare strada o affrontare un rischio. Vanno sopportati gli scossoni e il dolore alle ginocchia, per decidere del vostro domani!

Se continuate a pensare a cose brutte, starete sempre fermi, in difensiva. Se vi perdete nelle vostre fantasie, sdraiati sul letto a fissare il soffitto o a sfogliare le vite degli altri su Facebook, sempre fermi rimarrete. Ma se pensate a cose belle e poi cercate anche un modo per realizzarle, allora sì che le cose cambiano. Il riferimento, per chi non l’avesse capito, è alla disoccupazione galoppante, ma con un allarme nell’allarme: quello per i giovani che neppure lo cercano, il lavoro.

Disoccupazione galoppante: perchè molti ragazzi non ci provano nemmeno?

A questi giovani è stato dato un nome: Neet. L’acronimo vuol dire “Not in Employement, Education or Training“. Indica quei ragazzi, tra i 15 e i 34 anni, che non studiano e non lavorano, né fanno formazione. In Italia sono 3 milioni e tanto per cambiare siamo sopra la media europea… Ahimé, quanti mesi ho perso anche io nel vortice del pessimismo e della mancanza di volontà, nei momenti bui in cui avevo mandato tutte (ma davvero tutte) le candidature possibili. E non avevo più nemmeno uno straccio di contatto o di servizio a cui aggrapparmi…

Ma cosa spinge questi ragazzi a sabotare il proprio futuro e condannarsi a un eterno parcheggio? Non soltanto un mercato del lavoro poco generoso, ma un malessere esistenziale più profondo, acuito dall’isolamento e dalle grandi emergenze del nostro tempo. A cosa serve fare la verifica, diplomarsi, lavorare, se tanto tra 20 anni il “global warming” avrà liquefatto il pianeta? Esempio letterale di pessimismo cosmico. E pensare che ai nostri genitori bastava marinare la scuola…

Soluzioni? Oltre alle politiche giovanili (tra cui segnalo la nuova GIOVANI2030, la piattaforma digitale che propone bandi, incentivi, corsi di formazione, agevolazioni e iniziative varie) il vero problema è arrivare a voi lettori, facendo emergere il sommerso di questa situazione che vi paralizza.

Combattere la disoccupazione galoppante facendosi stimolare dal mondo che ci circonda.

Io propongo musica, sport, teatro, volontariato, hobbies… Qualunque cosa vi faccia muovere, dandovi risorse nuove e ricordandovi che da cosa nasce cosa. Quindi occorre rimanere sempre curiosi e stimolati dal mondo che ci circonda senza dimenticare una parola che sembra caduta in disuso, ma che invece è indispensabile come l’interruttore in una stanza: la speranza.

A partire da questo primo articolo vi proporrò quindi consigli, nozioni, idee e notizie incentrati sulla tematica del lavoro e della sua ricerca, allo scopo di darvi un aiuto concreto a cambiare il vostro domani. Non è che da questo momento il mondo si rovescerà, però, un po’ alla volta, spero troviate il modo di rovesciare la vostra vita e di salire in groppa a quel cavallo.

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