La famiglia Martina a Porto Cesareo: dalla Grande Guerra alla devozione a Sant’Antonio
a cura di Salvatore Muci
Dalla vicina Leverano molta gente giungeva sino al mare di Cesaria per passare un po’ il tempo. Continuando a venire, prima in estate soggiornavano, dopo per mesi si soffermavano, dimorandovi in case di legno, site un po’ ovunque, verso il mare, sino a stabilirsi per sempre. Così la famiglia leveranese dei Martina arrivò sino a Porto Cesareo.
Molto probabilmente Antonio coi suoi genitori, giunsero dopo la sua venuta dalla Libia, dove era arruolato in un reparto di bersaglieri, di stanza nella cittadina di Homs. Alla fine della guerra del 1912, con la conquista di Cirenaica e Tripolitania, qualche anno dopo fu nuovamente richiamato, sempre nello stesso corpo dell’esercito italiano, a partecipare alla Grande Guerra. Fu spedito col suo nuovo contingente, nelle truppe di stanza sul Carso.
Qui trovò come suo istruttore, il sergente maggiore Benito Mussolini, che impartiva ordini a lui e ai tanti commilitoni. A Torre Cesarea fu dirigente locale fascista ed era presente in piazza all’adunata del sabato. Precedentemente da giovine prese in matrimonio Oronza Candida Colelli di Giuseppe Andrea e Caterina Tarantino, domiciliati entrambi in via Manzoni.
Loro erano molto devoti al santo egiziano Antonio Abate, per una grazia ricevuta dal figlio Homs Angelo, affetto da una patologia alle vie respiratorie. In onore della cittadina in cui fu stanziato nel Nord Africa, chiamò proprio così il suo figlio nativo, appunto del 1912. Finché loro vissero, la devozione fu fortissima.
Nella nostra Porto Cesareo si arrivò a festeggiarlo con processione e falò (nel gergo locale focara), nell’ultima domenica di gennaio o nella prima del mese di febbraio.
La famiglia Martina a Porto Cesareo: alla morte dei genitori Paolo ne raccoglie la devozione.
Alla loro morte tale tradizione fu ereditata dal figlio Paolo. Gli altri due figli Homs e Vittorio, avevano preso strade lontane dalla nostra cittadina. Paolo Martina ebbe l’incarico ad esempio di appendere in alto alla casa dei suoi genitori, ogni mercoledì delle ceneri, il fantoccio della Quaremma.
Nel 1967, su disposizione del professor Pietro Parenzan, docente di scienze naturali all’Università di Bari e Lecce, divenne custode del Museo di Biologia Marina, sito in via Russo. L’altro fratello Homs, coniugato con donna di San Donaci, era proprietario di un noto bar, sito in piazza Risorgimento, rimasto attivo sino alla fine degli anni ’60. Chiuso l’esercizio commerciale, si trasferì a Martina Franca (provincia di Taranto). Qui l figlio Antonio medico, venne assunto in un reparto dell’ospedale della cittadina nota per il suo barocco.
Un terzo figlio Vittorio Alessandro, da Porto Cesareo si trasferì con la moglie nel Lazio, verso la provincia di Roma. Qui continuò la sua vita fino alla morte, avendo anche dei figli. Ritornando al signor Paolo Martina, con la sua morte avvenuta nel 1997, i festeggiamenti per il Santo del 17 gennaio, furono portati avanti dal figlio Antonio sino al 2020, ultimo anno di festeggiamenti prima del Covid.
Antonio si è spento per una grave malattia nel marzo 2021. In paese lui era noto per il suo passato calcistico: militò nella squadra locale tra gli anni ’60 e primi ’70. Fece anche parte dell’associazione di volontariato UNITALSI.
Foto di copertina per Paolo (Paulucciu) Martina.