Caparezza: come muovere corpo e testa in sintonia
a cura di Aurora Paladini
Pochi artisti sono in grado di creare un prodotto musicale che faccia allo stesso tempo muovere mente e corpo, unendo testi critici e ricercati a ritmi incalzanti, apparentemente leggeri. È proprio il caso di Caparezza (pseudonimo di Michele Salvemini), il noto rapper pugliese con una discografia singolare nel suo genere.
Il suo è un percorso artistico in divenire, dove sia la musica composta che i temi trattati imboccano sempre nuove vie senza mai risultare banali. Nel corso della sua carriera, iniziata nel 1995, ha pubblicato otto album, dei quali i primi due sotto lo pseudonimo di Mikimix.
La vera svolta, però, avviene nel 1998, quando ufficialmente il nome di Caparezza fa ingresso nel mondo della musica. In seguito alla pubblicazione del quarto album, Verità Supposte (2003), la sua carriera è tutta in ascesa. Non c’è infatti un solo album pubblicato da allora che non abbia raggiunto la vetta delle classifiche italiane, aggiudicandosi Dischi d’Oro e Platino.
Caparezza: tra gli ultimi lavori e i problemi di salute.
Alcuni tra gli album più recenti, come Il sogno eretico (2011) e Museica (2014), offrono un viaggio unico tra i reami dell’attualità e dell’arte, tra amare consapevolezze e cambi di prospettiva. Questo fiume in piena ha di recente raggiunto la sfera dell’individuo. Nel 2017, con la pubblicazione dell’album Prisoner 709, Caparezza ha condiviso col pubblico la sua battaglia contro l’acufene, un disturbo dal quale è affetto da oltre 7 anni ormai.
Dalla lotta contro la prigionia mentale, è poi passato a quella contro la prigionia fisica, tema trainante del suo ultimo disco Exuvia (2021), un concept album da considerare un vero e proprio seguito del percorso tracciato in Prisoner 709. Ora, a causa dell’acufene, lo vedremo meno frequentemente impegnato in performance dal vivo. Ma sappiamo che questa non sarà la fine del viaggio, nella certezza che ognuno “deve fare ciò che lo fa stare bene”.