SPAZIO STORIA

Attacco aereo, Bari sotto assedio

a cura di Dario Dell’Atti

Non tutti sanno che l’attacco aereo di Bari è stata una delle battaglie più sanguinose della Seconda Guerra Mondiale. Esattamente come l’attacco di Pearl Harbor, gli alleati che stanziavano nel porto della cittadina pugliese, vennero colti di sorpresa dagli attacchi aerei nemici.

La sera del 2 dicembre 1943, Bari brillò alle bombe dei 105 bombardieri Junkers Ju 88 della Luftflotte tedesca.

Attacco aereo, Bari sotto assedio

L’obiettivo era quello di rendere inagibile il porto.

Essenziale per i rifornimenti dell’armata inglese e punto d’arrivo delle “piste assemblate”.

Grossi tralicci di ferro essenziali per la costruzione degli aeroporti. La pioggia al tritolo durò alcune ore: 17 navi cargo furono affondate, 8 gravemente danneggiate, circa 19 mila barili di carburante versati in mare. Lo scenario era terrificante, i morti tra civili e militari furono più di 2000, quasi il numero delle vittime di Pearl Harbor (2400).

Il mare era una pozza di greggio, iceberg di navi rovesciate affondavano lentamente.

Il tutto mentre le reti dei pescatori venivano utilizzate per riprendere i corpi degli sventurati. L’ospedale si riempì subito di uomini feriti, diversi erano i mutilati, l’immagine dell’apocalisse degna delle migliori sventure di guerra sembrava completata. Invece non fu così.

Diversi giorni dopo, numerosi soldati e civili affollarono nuovamente l’ospedale, i referti medici parlavano di forti dermatiti che si trasformavano in enormi vesciche, bruciori agli occhi che portavano alla cecità. Gli ufficiali anglo-americani fecero presto a insabbiare i danni causati dall’attacco aereo su Bari.

Solo una volta finita la guerra a fine anni ‘60, si scoprì che tra le navi affondate vi era la Jon Harvey che trasportava bombe all’iprite, una sostanza velenosa vietata per legge in battaglia. Le bonifiche dei fondali del porto di Bari vennero completate negli anni ’70; fino ad allora le reti che venivano a contatto con il fondo contaminato dall’iprite, avvelenavano i pescatori.

Questa storia (per evitare scandali) fu nascosta e infatti non è tra le più conosciute della Seconda Guerra Mondiale, per cui spetta a noi onorare il ricordo dei caduti e dare il giusto valore agli eventi storici che riguardano la nostra terra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *