Le cinque giornate di Milano
a cura di Giuseppe Gorbelli
Fu una delle poche rivolte riuscite in Italia. Correva l’anno 1848, quello delle grandi rivolte di popolo.
A Milano, tra il 18 e il 22 marzo, dava vita alla più celebre rivolta della sua storia: le Cinque Giornate.
Il feldmaresciallo Radetzky, comandante delle truppe occupanti dell’Impero asburgico, prese atto della volontà di un popolo pronto a dire basta ad anni di soprusi e ingiustizie.
Le cinque giornate di Milano
Il 10 dicembre del 1846 era morto Federico Confalonieri, grande patriota milanese. Al funerale partecipò una folla tale da preoccupare la polizia austriaca. La sera stessa, nessun milanese si recò alla Scala.
Fu uno sciopero silenzioso che si sarebbe d’ora in poi ripetuto ogni volta che la protagonista dell’opera fosse stata impersonata da una cantante austriaca.
Ma l’episodio più significativo fu quello del primo gennaio 1848, quando i milanesi attuarono il celebre «sciopero del tabacco»: promosso da Giovanni Cantoni, ebbe come slogan il fatto che fumando (e giocando) ogni milanese avrebbe contribuito all’aumento delle finanze austriache.
Lo sciopero proseguì per due giorni, ma il 3 gennaio un decreto imperiale minacciò gravi punizioni per chi avesse proibito ad alcuno di fumare. Nel pomeriggio i soldati, incitati da un falso volantino irrisorio nei loro confronti, si diedero ad atti di violenza contro i civili, provocando numerosi morti.
L’odio nei milanesi verso il governo austriaco montò all’inverosimile. Milano e la Lombardia vivevano in un clima di terrore, ma l’ardore covava sotto le ceneri. La sera del 17 marzo giunse in città la notizia di un’insurrezione a Vienna: era il pretesto che tutti attendevano per dar vita alla rivolta, che scoppiò il 18 marzo 1848.
La popolazione insorse, occupando il Palazzo del Governatore e alzando barricate per strada contro l’esercito austriaco comandato dal generale Josef Radetzky. La tenace resistenza degli insorti sorprese quest’ultimo, costretto ad ordinare il ritiro delle truppe nel Quadrilatero. Il 22 marzo Milano venne liberata e affidata a un Governo provvisorio, guidato da Gabrio Casati, e a un Consiglio di guerra, con a capo Carlo Cattaneo.
La contemporanea rivolta di Venezia, dove fu proclamata la Repubblica, fornì al re sabaudo Carlo Alberto il pretesto per dare inizio alla Prima Guerra d’Indipendenza (23 marzo 1848 – 24 marzo 1849).