La PFM incanta Lecce al Politeama: uno show tra il progressive rock e la musica classica
a cura di Raffaele Colelli
Mercoledì mattina intorno alle 11:30 ero a Lecce per un appuntamento di lavoro. Parcheggio la mia auto nei pressi del Castello Carlo V e mi avvio a piedi lungo i marciapiedi di via XXV Luglio. Dopo aver percorso alcuni metri mi ritrovo a costeggiare la facciata monumentale del Teatro Politeama Greco. In una delle sue bacheche pubblicizzava un evento unico quanto straordinario.
La mitica band milanese PFM, acronimo di “Premiata Forneria Marconi” tornava a suonare dal vivo con un album di inediti “Ho sognato pecore elettriche” esibendosi proprio sul palco del famoso teatro leccese, domenica 23 Aprile dalle 21:00. Non potevo assolutamente farmi sfuggire un’occasione del genere. Il loro stile inimitabile che abbracciava la forza travolgente della musica rock, progressiva e perfino classica mi aveva fin da giovane coinvolto, diventando uno dei miei gruppi preferiti.
Ahimè, non avevo ancora avuto il piacere di assistere dal vivo ad uno dei loro numerosissimi concerti in quasi 50 anni di attività. Quindi sarebbe stata la prima volta, elemento assolutamente non trascurabile. E visto che le porte del teatro erano chiuse, mi ero proposto di ritornarci nel pomeriggio con l’intenzione di acquistare due biglietti in poltronissima e rendere felice così anche la mia compagna.
Quasi mi commossi quando acquistai dalla biglietteria del teatro i miei due tagliandi d’entrata numerati con la lettera E che indicava la fila e con i numeri 4 e 5 che indicavano le poltrone da occupare. Al ritorno in auto pensai a quante volte avevo ascoltato, quasi consumandolo, il vinile( LP, sigh!) dello storico concerto che nel 1979 De Andrè fece con gli arrangiamenti della Premiata Forneria Marconi (In concerto con PFM vol.1). E immaginando quanto sarebbe stato oltremodo eccitante ascoltare dal vivo quella musica che da sempre aveva accompagnato le mie giornate da adolescente.
La PFM incanta Lecce: a pochi minuti dall’inizio salgono i brividi.
Finalmente è domenica, finalmente sono le 21:00. Con la mia compagna siamo in fila vicino all’ingresso del Politeama. Ho i due biglietti ben stretti in una mano, tanta è la tensione che ho paura di perderli. C’è tantissima gente davanti e dietro a noi, di ogni età e di ogni ceto sociale, ma tutti con la medesima passione. Entriamo, occupiamo le rispettive poltrone, si respira da subito un’aria particolare, di quelle che ti fa capire che sei al posto giusto e la momento giusto.
Sia la platea che i loggioni si stavano man mano riempendo di gente, si andava verso un prevedibile sold out. Una band spalla suona il suo ultimo pezzo e di colpo si spengono le luci insieme al respiro di tutti i presenti. I fari posti al soffitto del palco ruotano sprigionando una luce di grande effetto, colorata e accecante. Un boato del pubblico scuote il teatro: sono loro, la mitica band è al completo, è sul palco, è di fronte a noi, è dal vivo, da non crederci!
Sono in ordine di apparizione:
Franz Di Ciccio (voce e batterista)
Patrick Djivas (basso)
Lucio Fabbri (violino)
Alessandro Scaglione (tastiere)
Marco Sfogli (chitarra)
Alberto Bravin ( chitarra, tastiere)
Eugenio Mori (seconda batteria).
Dopo una calorosa presentazione si incomincia con un brano decisamente rock dedicato alla Terra e che fa vibrare le vene ai polsi.
Alcuni dei grandi classici in scaletta.
Alle prime note di “Impressioni di settembre” il pubblico presente non sta più nella pelle, accompagnando il famoso pezzo con il battito sincronizzato delle mani e del cuore. L’intero concerto scorre attraverso uno straordinario viaggio nel tempo. Un turbine inarrestabile di sonorità travolgenti insieme a video e proiezioni scenografiche virtuali, dove i pezzi più famosi della band si susseguono palpitanti.
Tra questi “Dove quando”, “Per un amico”, “La canzone di Hans”. Chiudono il concerto, dopo un’ovazione del pubblico, con un doveroso tripudio a Fabrizio De Andrè con il fantastico brano “Il Pescatore”. E qui sembrava davvero che l’intero teatro Politeama potesse venire giù da un momento all’altro. Serata memorabile. Momenti davvero unici ed emozionanti che porterò per sempre con me, grazie ragazzi e spero a presto.