Facebook ed Instagram a pagamento: analisi e differenze con la versione gratuita
a cura di Federica Carpentieri
I social network fanno parte integrante della nostra vita, sono ormai strumenti di condivisione ma anche di approfondimento, di curiosità, di informazione. Li utilizziamo quotidianamente, al punto che hanno rivoluzionato il nostro modo di comunicare, permettendoci connessioni immediate a livello globale, facilitando lo scambio di idee. Ma anche allontanandoci tristemente dalle persone, a discapito dei rapporti reali, spesso sopraffatti dall’immediatezza ma anche dalla leggerezza del virtuale.
Da metà novembre una novità davvero significativa si è prospettata per gli utenti social. Meta, la società fondata e condotta da Mark Zuckerberg, ha proposto la sottoscrizione di un abbonamento mensile a 9,99 euro al mese versione desktop o 12,99 euro al mese su mobile iOS e Android, consentendo di utilizzare Facebook ed Instagram senza pubblicità o contenuti sponsorizzati durante la navigazione. E’ in realtà una possibilità, non un obbligo. La fruizione dei social è ancora garantita a livello gratuito, a condizione che chi non decide di sottoscrivere alcun abbonamento, utilizzerà questi servizi gratuitamente, ma visualizzando inserzioni pertinenti al proprio gusto.
La scelta si basa sulla necessità di adeguare i servizi offerti dalle piattaforme di social network alla policy europea in tema di trattamento dei dati degli utenti: il Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, noto anche con l’acronimo GDPR, tutela i dati personali dei cittadini e dei residenti UE.
Al centro della querelle, al momento, ci sarebbero proprio i limiti di utilizzo dei dati pubblicati sui social network da parte dei consumatori. Infatti, accettando i famosi cookies personalizzati, Meta è in grado di collezionare le nostre preferenze riconoscendo e suggerendo inserzioni ad hoc adatte al singolo fruitore. Da un lato questo rappresenta un tentativo di marketing, dall’altro i social utilizzerebbero “illecitamente” i dati degli utenti e questo aspetto potrebbe essere “segnalato” come una sorta di violazione della privacy dei nostri dati sensibili.
Facebook ed Instagram a pagamento: la nota ufficiale di META.
In realtà, in una nota diffusa da Meta, si legge «Crediamo fermamente in una internet gratuita supportata dagli annunci e continueremo a offrire l’accesso gratuito ai nostri prodotti e servizi indipendentemente dalle diverse disponibilità economiche. Ci impegniamo a mantenere le informazioni delle persone private e sicure, ai sensi delle nostre normative e del Regolamento Ue sulla protezione dei dati».
Ma cosa fare, quindi? Continuare a fruire dei social Facebook ed Instagram in maniera gratuita o a pagamento? Lo si potrà fare tranquillamente, in base a esigenze, necessità o semplicemente alla scelta del singolo cliccando su “usa senza costi aggiuntivi”… In cambio saremo costretti, mentre le nostre dita scrollano notizie, curiosità e foto del “faccia-libro” delle persone che conosciamo, a sorbirci inserzioni su potenziali acquisti o ricerche di mercato su cui abbiamo inconsapevolmente cliccato o addirittura di cui abbiamo semplicemente parlato con altri!
La logica è un po’ quella di “o i tuoi soldi o i tuoi dati”. Questo è il prezzo da pagare in questa nuova era in cui i social fanno sempre più parte della nostra vita. Questa la malinconica consapevolezza che il “grande fratello” di cui ci parlava Orwell 75 anni fa, ci controlla in piccoli, talvolta insignificanti gesti quotidiani che parlano e svelano tanto, su di noi ed i nostri gusti.
<Avrebbero potuto analizzare e mettere su carta, nei minimi particolari, tutto quello che s’era fatto, s‘era detto e s’era pensato; ma l’intimità del cuore, il cui lavorio è in gran parte un mistero anche per chi lo possiede, restava imprendibile.>