ARTE & SALENTO

Parco Archeologico di Manduria: resti significativi della civiltà messapica

a cura di Francesco Paladini

La bellezza del Salento non si limita solo nell’abbondanza di scenari e paesaggi che tutt’oggi sono mete turistiche rinomate, ma risiede anche nel patrimonio storico e culturale che lo caratterizza. Nel corso dei secoli molte civiltà hanno popolato queste terre, lasciando testimonianze radicali anche nelle odierne tradizioni popolari. Tra queste civiltà, una delle prime e delle più importanti sono sicuramente i Messapi.

Il loro nome deriva dalla parola “Messapia” ovvero “Terra tra i due mari”. I loro insediamenti ricoprivano tutto il Salento, tra cui alcune importanti testimonianze le ritroviamo nei siti archeologici di Egnazia, antica città messapica tutt’ora visitabile vicino la città di Fasano, e il Parco Archeologico di Manduria.

Ed è proprio a Manduria che ritroviamo i resti più significativi della civiltà messapica. A partire dalle cinte murarie meglio conservate alla necropoli più grande, con ben 1300 tombe rinvenute, risalenti tra il VII e il II secolo a.C. I primi resti della civiltà messapica a Manduria si ritrovarono per caso, durante dei lavori agricoli e durante la costruzione della linea ferroviaria Francavilla – Lecce del 1905.

Il Parco Archeologico di Manduria nasce ufficialmente nel 2001.

I meriti per aver posto all’attenzione della Soprintendenza queste scoperte vanno agli Ispettori Onorari degli Scavi: Eugenio Selvaggi e Michele Greco. È solo nel 1932 che il Soprintendente Quintino Quaglia svolge i primi interventi di tutela verso le mura messapiche, salvaguardandole dall’espansione urbana di Manduria.

Infine il territorio occupato dalle mura fu acquistato dal comune di Manduria. Si iniziò l’esplorazione del territorio nella parte settentrionale e orientale, per eventualmente scovare nuovi segni della civiltà messapica. Tutto questo territorio, ad oggi, è compreso interamente nel parco archeologico di Manduria, inaugurato nel 2001. L’area, oltre alle mura e alla necropoli, comprende anche il Fonte Pliniano e la chiesa di San Pietro Mandurino. Vicino ad essa sono ancora in corso scavi alla ricerca di nuovi reperti.

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