ARTE & SALENTO

Santa Barbara di Montesardo, analisi decorativa dell’opera

a cura di Vanessa Paladini

L’edificio dedicato a Santa Barbara, collocato nella Diocesi di Alessano, si presenta con un’aula rettangolare con abside orientata ad est, modello – in pianta e alzato – richiama le chiese di Santo Stefano di Soleto e dell’Assunta di Merine. Nell’abside si notano dei conci dipinti. In altri punti della chiesa si riscontrano blocchi di reimpiego, questi ultimi probabilmente relativi alla fine del XIII secolo.

Il programma decorativo può essere suddiviso in tre fasi: una riferibile agli inizi del Trecento, l’altra intrisa di schemi post giotteschi della metà del Trecento e, infine, una fase quattrocentesca, tardo gotica e di ascendenza adriatica. La seconda fase decorativa, nell’intradosso dell’abside, si rivela in buone condizioni, tanto da permettere ad una figura post giottesca di venire alla luce.

Si tratta di una Santa Barbara in tunica verde e recante un’acconciatura a balzo: nella mano destra della santa si può osservare una piccola croce in argento, mentre nella sinistra trattiene il lembo del mantello rosso che sovrasta la veste dalle pregevoli borchie. Questa figura è accompagnata dalla lacunosa iscrizione greca HAΓΙΑ posta vicino l’aureola.

Santa Barbara di Montesardo, l'affresco

Santa Barbara di Montesardo: analogie con altre opere.

L’opera, sul piano stilistico e cronologico, si pone, secondo Sergio Ortese, tra il primo e il terzo decennio del XIV secolo e la cultura tardogotica proveniente dal cantiere galatinese di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina. Per questi raffronti si fa capo al trittico, nello specifico alla santa Lucia, affrescato nella cripta della Bona Nova di Massafra e ad una santa Caterina d’Alessandria in Santa Maria del casale di Brindisi, dalla quale si sarebbe ripreso il modello della cintura che impreziosisce la figura della santa Barbara di Montesardo. La stessa eleganza si ritrova anche nella santa Tecla affrescata in Santo Stefano a Soleto.

Bibliografia: S. ORTESE, Pittura tardogotica nel Salento, Galatina 2014, pp. 211-216.

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