Ciao Angelo Rizzello, amico mio, amico nostro!
Classe ’56 si spegne a soli 65 anni. Volto noto al pubblico di Porto Cesareo, in quanto per anni lo si ritrovava dietro lo sportello postale.
a cura di Raffaele Colelli
Ciao Angelo Rizzello, ciao amico mio, ciao amico nostro. Il tuo addio è stato come un pugno diretto nello stomaco che mi ha lasciato, che ci ha lasciato per un attimo senza respiro. Sì, lo sapevo, lo sapevamo della tua sofferenza, della tua lotta contro la malattia che inesorabilmente e vigliacca ti aveva colpito. Ma sai, speravo, speravamo fino all’ultimo in un miracolo. Che diamine, mi ripetevo, i miracoli esistono per quale motivo non sperarci?
Così avrei rivisto ancora la tua camminata fiera e impettita da Re spartano, tra il sorriso contagioso di Pierangelo, la parlata diplomatica di Tonio e le battute di spirito di Tonino nelle lunghe passeggiate domenicali, con i tuoi tre inseparabili amici di vecchia data. E incontrandomi, e questo succedeva spesso, mi avresti ancora una volta salutato compiaciuto con il tuo largo e spontaneo sorriso .
Purtroppo il fato ha deciso diversamente, ha dettato la sua tragica sentenza e ha reciso di colpo la mia speranza, la nostra speranza di rivederti tra noi. E proprio in quel preciso momento il treno dei ricordi ha sferragliato la mia mente da tempia a tempia. La mia amicizia con te, Angelo è stata una di quelle della prima infanzia, innocente, colorata e spensierata.
Ciao Angelo Rizzello: quella memorabile interpretazione…
Poi dopo le scuole dell’obbligo le nostre vite hanno preso altre strade con altre amicizie e interessi, restando legate profondamente da un filo invisibile. Ricordi? Io, tu, Pierangelo e Tonino eravamo tutti i giorni e tutto il giorno insieme. Tu con i tuoi capelli riccioli e chiari e una faccina pulita e perfetta eri il più carino e mai il nome “Angelo” era stato così appropriato.
E per questo, e rammento come se fosse ieri, la maestra di scuola ti scelse per recitare nella festa della parrocchia una poesia dal titolo “Sono il cocco di mamma”. La tua, fu un’interpretazione perfetta sia nei gesti che nel tono della voce, tanto da riscuotere tra il pubblico numeroso un enorme successo, avvalorato da un lungo applauso.
La passione per la musica e il sogno di una band.
Ma indimenticabile e indelebile fu il ricordo che ci siamo portati per sempre dietro, nonostante siano trascorsi cinquantacinque anni, quando decidemmo di costituire un complesso musicale che tra l’altro in quegli anni andavano tanto di moda. Eravamo decisamente intenzionati ad intraprendere una carriera sulla falsariga dei Dik Dik o delle Orme oppure quella dei più famosi Equipe 84.
Così dopo interminabili e movimentate riunioni decidemmo il nome del gruppo. E se ricordi bene, caro amico mio, fummo tutti d’accordo a votare la tua proposta. Eravamo grazie a te “I Leopardi”. Una carriera finita dopo alcune settimane, appena i nostri strumenti giocattolo finirono a pezzi sotto i colpi martellanti delle nostre dita e delle nostre mani.
Il treno dei ricordi continua a sferragliare nella mia testa, ma ora è il tempo di fermarlo e dedicarti una preghiera per il tuo lungo e ultimo viaggio, con la certezza che la tua anima ritrovi la serenità nella luce consolatrice del Signore. Ciao Angelo, mio caro amico, nostro caro amico. Resterai sempre nel mio cuore, nel nostro cuore.
Foto di copertina in alto a partire da sinistra con: Antonio Moscagiuri, Tonino Greco, Pierangelo Vantaggiato ed Angelo Rizzello.

Ciao Angelo Rizzello e Gianfranco Paglialunga: il 14 luglio è un giorno di doppio dolore a Porto Cesareo.
La Redazione
Nella mattinata di giovedì 14 luglio, nel cuore dell’estate Porto Cesareo si trova spiazzata, disorientata. Le notizie arrivano così in fretta nel giro di poche ore, da non avere il tempo di ammortizzarle. In ordine cronologico prima la scomparsa di Gianfranco Paglialunga, classe 1961, poi Angelo Rizzello classe 1956.
E’ nel cuore della notte però che riceviamo la “lettera a cielo aperto” del nostro collaboratore Raffaele Colelli, in memoria di Angelo Rizzello. Ovviamente il nostro pensiero volge anche alla famiglia Paglialunga, e al buon Gianfranco nato il 28 settembre 1961, lavoratore esemplare e padre di famiglia. Figlio di Giuseppe Paglialunga e Oronza Cazzella, ha ereditato dal padre l’attitudine a guidare sin da piccolo grossi camion e vari tipi di cingolati per l’edilizia.
Ha trascorso la sua infanzia in via Amba Alagi ed amava stare in buona compagnia. Grande appassionato di motocross e di calcio: lo si ricorda da ragazzo, come uno dei tifosi dell’allora Porto Cesareo calcio. Vogliamo ricordarlo nella sua semplicità, come testimonia la foto.