Paolo Galignano, il ricordo della nostra redazione
Si spegneva due anni fa il nostro vice direttore a soli 47 anni. Grazie per il prezioso contributo culturale, ma soprattutto umano, che hai messo a nostra disposizione.
a cura di Alessio Peluso
Sono passati due anni da quel fatidico 9 luglio 2020. Un giorno di assoluta tristezza e dispiacere per la nostra redazione. Quel fulmine a ciel sereno, con la scomparsa improvvisa del nostro vice – direttore Paolo Galignano, a causa di un arresto cardiaco improvviso, ha scosso e allo stesso tempo motivato il nostro team lavorativo a migliorarsi. Questo perché, passata la prima fase di smarrimento, quale miglior modo vi era per onorarne la memoria?
Paolo teneva molto alla crescita della nostra testata giornalistica, contribuendo nell’ambito storico e musicale, dove dimostrava la sua preparazione, competenza, ma soprattutto passione. A distanza di due anni dall’accaduto oltre a un crescente interesse della popolazione cesarina per i contenuti pubblicati, gli articoli trovano il gradimento del panorama salentino e non solo.
Inoltre, la nascita del nuovo sito, di nostra proprietà, era tra gli obiettivi che spesso avevamo dibattuto in maniera positiva con lo stesso Paolo Galignano. Anche la “Biblioteca Alberti”, cui Paolo era un preziosissimo volontario e promotore, ha continuato la sua crescita, superando i 3000 volumi annessi al catalogo.
Sì, non c’era modo migliore per poterti ricordare. Nonostante quei momenti in cui la nostalgia prende il sopravvento e la memoria visiva ti porta indietro nel tempo, quando ci si incontrava, stringendosi la mano, parlando di musica, storia, attualità, o semplicemente per il piacere di ritrovarsi. Ma questo non è più possibile. E allora non ci resta che dirti grazie, ovunque tu sia.
Paolo Galignano, la dedica della sorella Stefania.
Raccontarti in poche righe, mio adorato fratellone, è come provare a contare le gocce d’acqua che forman gli oceani. I ricordi ubriacano la mia mente, sono tanti, tantissimi e non faccio in tempo a pensarne uno che già l’altro prende il suo posto. E su ognuno di essi domina incontrastata la tua strana e grossa vociona dalla ” Z ” zeppolosa.
Certo, indimenticabili le tue passioni per l’heavy metal, la birra, il calcio, il Napoli. Ma per me ancor più indelebili saranno le mille amorevoli attenzioni che hai avuto in primis nei confronti dei tuoi “cicciolini” e poi verso tutti quelli che ti circondavano. E questo tuo modo di essere ha fatto sì che non avessi nemmeno un nemico, eccetto “lo juventino“.
Avevi, anzi hai ed avrai, i più nobili e rari sentimenti racchiusi nel tuo debole cuore. Hai saputo insegnarmi il vero senso della vita: dare senza averne un tornaconto, per la semplice gioia di avere un amico in più. La tua bontà e le tue profonde ed intime riflessioni mi hanno sempre guidata. Ogni volta che ne sentivo il bisogno ti rompevo le palle per sfogarmi e ricevere alla fine il tuo saggio consiglio.
Ora mi sento persa. Tu, il mio faro, la mia fonte di conoscenza, il secondo papà dei miei figli, il mio amore, il mio insostituibile fratellone. Ma sono convinta che la tua fanciullesca voglia di goderti la vita, riempirà lentamente il mio corpo e riuscirò a viverti negli occhi e nei gesti dei tuoi nipoti. Buon ultimo viaggio Paoletto, ti amo!