Lettera a Matteo De Pace: 15/12/2001
Ricorrono esattamente 20 anni dallo sfortunato incidente che costò la vita al giovane Matteo De Pace. Porto Cesareo non lo ha mai dimenticato.
a cura di Vittorio Polimeno
Dopo una giornata tanto emozionante, trascorsa tra chiesa, strade e cimitero, in un attimo di calma, il cuore mi suggerì queste parole. Mi affrettai a metterle nero su bianco per evitare di dimenticarle. Oggi, a distanza di 20 anni da quel 14 dicembre 2001, mi è stato chiesto di condividerle. Credo che questa lettera sia il modo migliore per onorare la memoria del nostro grande amico Matteo De Pace.
15 dicembre 2001, la lettera per Matteo De Pace, scritta dopo il funerale.
Non ci sono parole per descrivere questa giornata, giornata di lutto, giornata di dolore, ma anche giornata di “segni”, quei segni che all’apparenza sono solo delle strane coincidenze. Sì, perché agli occhi di un miscredente, una giornata di sole pieno, quando la precedente e la successiva sono state di pioggia e la stessa è stata di pioggia nei paesi vicini, è solo una coincidenza.
Sì, perché le luci di Natale, che si accendono lungo un corteo funebre sono solo una coincidenza. Migliaia di persone lungo il corteo in un paese di appena 5000 abitanti sono solo una coincidenza. Il sole che illumina le lacrime del Sacerdote e dei suoi ministranti proprio nel momento della benedizione è solo una coincidenza.
Un volontario religioso e sportivo esemplare.
Una madre che nella disperazione “canta” le molteplici gesta del figlio in appena 21 anni, ma che allo stesso tempo è contenta perché sicura che egli sia giunto nel Paradiso di Dio, è solo una coincidenza. Un’Associazione di Volontari che piange un Volontario esemplare, un’Associazione sportiva che piange un bravo e leale giocatore; un gruppo di Associazioni religiose che piange un ottimo amico, una fidanzata che piange un immenso Amore; un Sacerdote che piange un suo ministrante insieme agli altri. Un padre e un fratello che non hanno più neanche la forza di piangere ancora; quasi increduli, per un figlio e un fratello che tanto li ha amati ed onorati, sono solo una serie di coincidenze.
Una Patria che piange un bravo militare, un corteo funebre pieno di “tappe”, per dare l’ultimo saluto a tutti coloro i quali aveva sorriso tante e tante volte, un paese intero che piange un umile ed instancabile lavoratore, sono solo coincidenze. Un militare che giunge da lontano in tempo per salutarlo, un cimitero troppo piccolo per contenere quel bagno di folla. Il sole che va via solo nel momento in cui una tomba viene murata, quasi a volerla salutare, sono solo coincidenze.
Un sorriso simile al sole di quel giorno…
Ebbene queste sono coincidenze solo per chi non conosce Dio e per chi non ha conosciuto Matteo. Sì, perché chi lo ha conosciuto sa che lui aveva un sorriso grande come grande era il sole di quel giorno. Il suo sorriso era di tutti come il sole che non scalda e illumina solo alcuni, ma tutti, e quando se ne va, se ne va per tutti.
Ciao Matteo riposa in pace e guardaci da lassù come ci hai sorriso quaggiù, tutti!”
Il riferimento nella lettera a Matteo De Pace con data 15 dicembre 2001, è relativo al giorno in cui si celebrò il funerale.