Il Ministrante, importante tramite tra i laici e il clero
Una figura che osserviamo ogni qualvolta assistiamo alla Santa Messa. Ma perchè il loro ruolo è così importante?
a cura di Vittorio Polimeno
«Anche i ministranti, i lettori, i commentatori e i membri della “schola cantorum” svolgono un vero ministero liturgico…». Così la Costituzione conciliare Sacrosantum Concilium al n.29 definisce “ministero liturgico” la presenza e l’azione dei ministranti. A Porto Cesareo, già prima di essere Parrocchia, tantissimi ragazzi hanno svolto questo particolare ministero.
Oggi, dopo il Concilio Vaticano II, è molto meno sentita la distanza tra il clero e l’Assemblea liturgica durante le funzioni. Un tempo non troppo lontano, il Presbitero celebrante, durante la preghiera eucaristica e altri momenti della Messa, doveva essere obbligatoriamente rivolto di spalle all’Assemblea. Tutta la Liturgia era proclamata in Latino.
Il Presbiterio era nettamente diviso dall’aula tramite una balaustra e a nessuno era consentito accedervi se non ai Ministranti. Ecco allora che nel pensiero di molti, è stato facile vedere la figura del Ministrante come una sorta di anello di congiunzione tra il popolo di Dio e i suoi Ministri.
Il ministrante Matteo De Pace, un dolce ricordo.
Ricordo con molto piacere gli anni trascorsi a svolgere tale servizio ai tempi dell’allora Parroco don Salvatore Nestola. Come non citare il mio fratellino Gabriele, oggi trentatreenne, che con tanta dedizione e cura, indossa con onore la Sacra tunica bianca, segno tangibile di questo vero e proprio ministero laicale.
La tradizione cesarina dei Ministranti è forte e radicata. Tra i tanti, il mio ricordo, va a Matteo De Pace che da bambino iniziò il servizio e lo mantenne fino al giorno in cui il Signore lo ha chiamato accanto a sé.
La strada del ministrante, come preludio per una possibile vocazione sacerdotale.
Credo sinceramente che il servizio dei Ministranti sia il primo vero passo nella direzione della vocazione sacerdotale. E se oggi da Porto Cesareo non è mai stato ordinato nessun sacerdote, forse la Comunità non è ancora abbastanza matura per gioire di tanta grazia divina.
Siamo una Comunità che spesso dà per scontato che ci saranno sempre sacerdoti disponibili e non è una novità che alcune famiglie neghino, a bambini e ragazzi, il percorso vocazionale.
L’essere Ministrante insegna l’ordine delle cose di Dio e ad esserne amici fin da piccoli. Porta i ragazzi a capire il senso della vita e della morte vissuta in previsione della risurrezione; “obbliga” alla formazione continua sia in termini liturgici che in termini catechistici, abitua al mantenimento della purezza delle proprie azioni; ma soprattutto genera nei ragazzi lo spirito di servizio sacro, quello insegnato da Gesù.
Nella foto di copertina, in prima fila in alto da sinistra a destra: Pier Giorgio De Donno, Emanuele Tarantino, il parroco Don Salvatore Nestola, Antonio De Donno, Antonio Papa; in seconda fila in basso: Cosimo Colelli, Diego Ratta, Stefano Parente, Donatello Peluso, Alessio Peluso, Antonio Bonanno.