La statuetta di Thot: casa Colelli 1949 – 1990
Dal giorno del matrimonio compiendo un balzo agli anni ’90. Rivedere il “pupazzu scuru” è il sogno ricorrente di Gino Colelli.
La Redazione
Sei lunghi anni sono ormai passati dal primo incontro tra Gino e Rosetta. I sentimenti scoperti quel pomeriggio di agosto del ’43 non sono cambiati. Oggi è il giorno del loro matrimonio. La chiesa brulica di gente, la cerimonia sta per iniziare. Gino ha già preso posto sull’altare e, mentre attende l’arrivo di Rosetta, ripensa ai momenti che hanno caratterizzato la loro storia.
Uno in particolare riaffiora nei suoi ricordi: come dimenticare quel primo bacio, dopo che Rosetta aveva ascoltato avidamente il racconto del ritrovamento del babbuino?
Il vociare nella navata e il rumore dei tacchi di Rosetta che attraversa il portone principale riportano Gino fuori dai suoi ricordi. Gli occhi di Rosetta sono lucidi, ma allo stesso tempo esprimono tutta la sua felicità. L’abito bianco che sfiora il pavimento con il velo è perfetto nella sua semplicità; niente corsetti di raso elaborati, né gonne con strati infiniti di tulle; ciò che basta a renderla la sposa più bella del paese è un solo pezzo di stoffa bianco latte, che le stringe la vita e si allarga per formare la gonna ampia.
Spicca un particolare: il fermaglio che regge il velo, formato da un insieme di perle di varie dimensioni, un cimelio di famiglia donatole dalla nonna. Che belli! Del resto, è anche un po’ merito mio se questi due giovani si sono innamorati!
Casa Colelli, luglio 1990: l’ispirazione nella notte, sognando la statuetta del dio Thot.
Gino è ormai anziano, profuma ancora di mare, ma sembra aver dimenticato ciò che è stato. La quotidianità della vita adulta gli ha portato via la spensieratezza dei giorni passati con quel pupazzo dai colori cupi che lo aveva riempito di sogni e speranza. Quel pupazzo, che ora è custodito in una teca del Museo MArTa di Taranto, dove è stato sistemato dopo il ritrovamento in fondo al mare, ma che lui non ha mai più visto da quando gli è stato portato via.
Gino viene colto, talvolta, da un senso di smarrimento e allora diventa assente e non fa che crogiolarsi nel pensiero di qualcosa che gli manca. Non può immaginare di essere stato la pedina di un progetto che attraversa la Storia, molto più grande di lui. Il mio progetto!
Una sera, andando a dormire, si trova faccia a faccia con quell’eco lontana a cui la sua memoria è dedita. Si ferma. Si arrende. Deve capire cosa sia quella voce perentoria che lo richiama a sé e passa la notte a esaminare la sua vita: la giovinezza, il matrimonio, i figli che sono arrivati negli anni. Manca qualcosa, però. I conti non tornano.
Raccontare la propria storia nelle scuole: ecco il significato di quella scintilla negli occhi.
Allora va più indietro con la memoria. Fino a raggiungere quel masso scolpito che si era incagliato nella vrancioddra. Quel ricordo ora assume una sfumatura nuova, candida, melodiosa. Con questa immagine nella mente, Gino si addormenta. L’indomani, appena sveglio, parla alla moglie della sua avventura a occhi chiusi.
Quello che Rosetta nota immediatamente è una strana luce, una scintilla nei suoi occhi, come se qualcosa in lui si fosse svegliato da un pesante torpore. La donna, stupita, lo abbraccia e gli suggerisce un’idea: deve narrare la sua scoperta, farla conoscere, far assaporare l’orgoglio che lui aveva provato quando da piccolo gli altri bambini gli chiedevano del suo mitico ritrovamento. Così, raccontando, anche lui avrebbe riprovato quella gioia.
Non solo, avrebbe infuso la sacra virtù della curiosità, che dà vita alla sapienza. Gino si convince: deve puntare al futuro della società, ai giovani. Quale luogo migliore della scuola? Gino allora va nelle scuole per raccontare la sua storia, per incitare allo studio. Per lui, che era andato a scuola fino alla quinta elementare e non aveva potuto proseguire gli studi, la statuetta di Thot era stato il suo decisivo incontro con la conoscenza. Quanto vorrebbe, però, rivedere lu pupazzu scuru …
Statuetta del dio Thot – N.d.R.
Le informazioni pubblicate sono state curate dalla docente Emanuela Elba. Hanno contribuito i ragazzi della classe I AL del Liceo scientifico “Luigi Dell’Erba” – Castellana Grotte, composto da: Carmen Ancona, Giorgia Loliva, Gianluca Monaco, Chiara Orsini, Federico Sgobba, Tommaso Spinosa e Federico Van Dijk.