SANTO DEL MESE

San Giovanni Paolo II: la Reliquia della maglietta sporca di sangue a Campi Salentina

La Redazione

Pochi sono i papi a cui è stato attribuito il titolo “il grande” e San Giovanni Paolo II è uno di questi. Le ragioni possono essere tante e riguardanti argomenti più disparati, ma la più importante è la profonda capacità di comunicazione. Un uomo, a capo della struttura religiosa più influente dell’Occidente mondiale, capace di dialogare con tutte le altre religioni.

Un uomo che ha fatto della comunicazione, anche verbale, la sua carta d’identità. Una persona capace di parlare ai potenti della terra così come ai più semplici. L’uomo che tutti credevano troppo amico dei regimi comunisti, ma che si è rivelato un ponte tra questi ultimi e le più importanti democrazie e monarchie del mondo.

Ecco perchè è importante segnalare l’arrivo della sua Reliquia a Campi Salentina da giovedì 13 a domenica 16 marzo, riguardante la maglietta macchiata di sangue dopo il vile attentato subito tra la folla il 13 maggio 1981. Un arrivo che precede quello della Madonna di Fatima a maggio nella stessa parrocchia San Francesco d’Assisi, guidata da Don Piero Errico. Tra gli appuntamenti in programma segnaliamo:

13 marzo

18:30 Santa Messa presieduta da Monsignor Luigi Pezzuto, con testimonianza personale

14 marzo

17:30 Via Crucis con le meditazioni di San Giovanni Paolo II

18:30 Santa Messa alla presenza di Monsignor Francesco Neri, Arcivescovo di Otranto

15 marzo

19:30 Veglia eucaristica mariana

16 marzo

18:30 Celebrazione conclusiva

Karol Jòsef Wojtyla

Un Papa che ha continuato la sua missione sino all’ultimo respiro.

Ancora oggi risuonano forti le sue parole nel discorso di inizio pontificato, il 16 Ottobre 1978: “Non abbiate paura, aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo…”! Quelle parole furono il programma della sua vita da pontefice. Tutti, al solo guardarlo, riprendevano coraggio ed erano come scossi. Codificatore di quel meraviglioso fenomeno delle Giornate Mondiali della Gioventù, ne divenne il promotore e sostenitore dando la possibilità a centinaia di migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo, di incontrarsi e condividere la propria fede manifestandola con gioia.

E come dimenticare la sua indignazione nei confronti dei responsabili delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Erano decenni che non si sentiva un papa lanciare un anatema pubblicamente e con tanta veemenza! Il papa polacco fu vero interprete dei mutamenti della storia contemporanea in chiave non solo religiosa, ma anche umanistica, economica e storica, grande in tutto.

Amante dello sport, del buon cibo e della cultura, ma pronto a rinunciare a tutto per Cristo e per la chiesa. Negli ultimi anni, ormai vecchio e provato dalla malattia, decise di non arretrare di un centimetro nel suo rapporto con i fedeli, prima con l’ausilio di un bastone, poi via via verso la sedia a rotelle.

Fino all’ultimo straziante respiro, emesso qualche giorno prima della sua morte, il 2 aprile 2005, dalla finestra del palazzo apostolico. Fu sempre presente nella vita della chiesa e sulla scena mondiale. Tutta la chiesa deve a papa Wojtyla un risveglio dell’identità dell’essere cristiani.

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