Gina Nestola, figura laica di spicco a Porto Cesareo
a cura di Don Antonio Bottazzo
Nella chiesa primitiva, oltre a imbatterci in figure di alta statura di presbiteri o vescovi, troviamo anche laici che hanno sostenuto e guidato in vari modi la comunità. L’impegno del laicato non si svolgeva solo nell’ambito teologico, ma si estendeva anche nelle strategie pastorali e di governo. Dopo il Concilio Vaticano II, anche nella nostra comunità, hanno fatto capolino alcune figure che non devono cadere nel dimenticatoio, che hanno collaborato e investito le proprie energie per il bene comune. La comunità parrocchiale non può dimenticare la figura dinamica, carismatica e laboriosa di Gina Nestola.
Appena giunta a Porto Cesareo nel 1967, la signora si inserisce nella realtà parrocchiale, affiancando la Presidente di Azione Cattolica (A.C.) Caterina Pietrarota. Intanto Don Lorenzo, avendo scoperto il carisma della signora Gina, le dà fiducia affidandole presto l’Azione Cattolica. Siamo negli anni ’70 e la comunità parrocchiale di Porto Cesareo conosce un certo declino, in quanto coloro che affiancavano il parroco nella conduzione dell’associazionismo, si impegnano a tempo pieno nella politica.
Nel ’75 infatti, con l’autonomia, Raffaele Sambati che militava nell’A.C. lascia pian piano le redini per impegnarsi nella conduzione della neo – giunta politica. Don Lorenzo in questi anni vive una sorta di stanchezza per vari motivi sia pastorali che personali. Dopo l’entusiasmo dei primi decenni, vede in questa signora torinese, animata di buona volontà e spirito di servizio, una giovane collaboratrice. Sono gli anni in cui l’A.C. si dà un nuovo statuto, anche se l’associazionismo conosce un certo declino rispetto ai decenni precedenti.
Il crescente impegno matura nell’aiuto concreto verso le mamme in dolce attesa.
Col passare del tempo e con la morte del primo parroco, noi vediamo Gina Nestola prendere le redini di tanti aspetti della comunità. È attiva sul fronte Caritas ed incontra a domicilio tante famiglie bisognose. La sua dedizione si concentra all’inizio degli anni ’90 con alcune famiglie albanesi che oggi vediamo integrate al meglio, con la piena realizzazione dei figli. Ma la passione della signora si evidenzia soprattutto con l’A.C. che cerca di lanciare in tutti i modi, nonostante un periodo di crisi per tutta la chiesa italiana.
Non riesce per vari motivi a costruire un’associazione con i vari archi di età (A.C. Ragazzi, A.C. Giovani, Coppie), ma si avvale di un numeroso gruppo di adulti coi quali realmente riesce ad essere presente in vari aspetti e momenti della parrocchia. Si spende per visitare gli ammalati e consolare gli afflitti, pregando ai funerali per i defunti. Ma l’aspetto che la caratterizza negli anni ’90 è la conduzione del gruppo fluttuante delle “mamme in attesa”, assieme al parroco Don Salvatore Nestola.
Si prodiga nel renderle partecipi della vita parrocchiale, preparando le scarpette per i più piccoli, come segno di attenzione e pazienza. Riesce a coinvolgere alcune socie dell’A.C. come Maria Peluso in De Pace e Teresa Pindinello in Spagnolo. I vespri della sua vita sono vissuti nella sofferenza, sicuramente offerta per la parrocchia che ha tanto servito ed amato.