ARTE & SALENTO

Il Polittico di Galatina, opera dei fratelli Vivarini

Una Vergine col bambino, assieme a tante figure di Santi. Risale alla seconda metà del XV secolo.

a cura di Vanessa Paladini

Il Polittico di Galatina, in legno policromo, raffigura una Madonna con Bambino e Santi. Ai lati della Vergine, Pietro e Paolo, a destra, un santo vescovo (Sant’Agostino?); sul lato opposto un altro santo in lettura – probabilmente San Benedetto –, poi San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo.

Nel registro superiore, al centro, Dio Padre sostiene il Cristo in croce con i santi Domenico e Francesco. Alla sinistra e alla destra della rappresentazione si dispongono rispettivamente: San Nicola, Sant’Antonio Abate, Santa Caterina d’Alessandria; mentre sull’altro un Santo Vescovo, San Girolamo e Santa Lucia.

Datato alla seconda metà del XV secolo è ritenuto opera di Antonio e Bartolomeo Vivarini con aiuti. Le dimensioni totali sono 215×265 cm ed è costituito da 14 pannelli distribuiti su due ordini. L’opera, realizzata a tempera su tavola con dorature a guazzo, proviene dalla chiesa di Santa Caterina di Galatina. Oggi è conservata nel Museo Castromediano di Lecce che l’ha acquistata nel 1872.

Il Polittico è stato oggetto sia di episodi di vandalizzazione – i volti dei Santi sono stati infatti sfregiati – sia di una cattiva conservazione che ha danneggiato la zona inferiore dell’opera.

Il Polittico di Galatina restaurato in più occasioni.

L’opera, restaurata più volte (la prima volta nel 1876 dal pittore e restauratore romano Domenico Primavera e poi una seconda nel 1934, ad opera del fiorentino Riccardo De Bacci Venuti), è stata infine oggetto di indagini scientifiche da parte di Ianuaria Guarini e Gaetano Martignano. Grazie a questo intervento è emerso che la struttura, in legno di pioppo, reca immagini di Santi realizzati a tempera e con fondo oro zecchino.

Le analisi dei pigmenti hanno svelato che i bianchi contengono piombo, riconducibili alla Biacca (carbonato basico di piombo); che i rossi sono Minio (ossido di piombo) e talvolta Cinabro, mentre i rossi scuri sono Lacca di Garanza (origine vegetale). Le campiture verdi rivelano la presenza di Rame e dell’alterazione del rame (Verdegris).

Anche le campiture di colore blu restituiscono elevate quantità di Rame, indicativa dell’Azzurrite con una eccezione rappresentata dalla veste blu del Padre Eterno, dove è assente il Rame. I bruni sono Terre Naturali e il nero di origine naturale.

Bibliografia: B. Minerva (a cura di), L’Oro, la Santità e la Gloria. Il restauro dei polittici veneti del Museo Castromediano, Editrice Salentina, 2020

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