Lecce: rivoluzione in un giorno
a cura di Paolo Galignano
“E come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno, come le rose …” Così cantava Fabrizio De Andrè in una sua celebre canzone; e mi son venuti in mente questi versi, pensando alla Rivoluzione di Lecce, del febbraio 1799, quando, per la durata di circa 24 ore, i giacobini salentini aderirono alla Prima Repubblica Francese, come altre città borboniche in Italia e in Europa.
Ma andiamo con ordine.
In Francia, sulla spinta della Rivoluzione, il 25 settembre 1792 venne di fatto (seppur non ufficialmente) instaurata la Repubblica.
Definita una e indivisibile; e sopravvisse fino al 18 maggio 1804, giorno dell’incoronazione di Napoleone Bonaparte come Imperatore dei francesi.
Negli anni della Prima Repubblica Francese, nacque in Europa una nuova modalità dell’esercizio del potere politico.
In varie zone del continente, e in Italia, sorsero moti rivoluzionari, che crearono piccole repubbliche sul modello transalpino.
Anche a Napoli nacque la Repubblica giacobina.
Nella mattinata dell’8 febbraio 1799, arrivò un plico postale alla Regia Udienza di Lecce.
Qui si comunicava che a Napoli, qualche giorno prima, entrò in città l’esercito francese, che destituì il re Ferdinando IV di Borbone e fu proclamata la Repubblica.
L’effetto che questa clamorosa notizia ebbe sui cittadini leccesi, e ciò che ne conseguì nei giorni seguenti, è stato tramandato, sino ai giorni nostri, grazie al cronista (e testimone oculare) salentino Emanuele Buccarelli, che documentò fedelmente nascita e morte della rivoluzione di Lecce del 1799 in un manoscritto, dato poi alle stampe nel 1934 dallo storico Nicola Vacca.
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