Grazie Pasanisi, penna doc cesarina
a cura di Alessio Peluso
Se ne è andato ad 86 anni lo scorso 13 novembre Luigi Pasanisi, meglio noto come Gigi, ricercatore, scrittore e poeta del panorama salentino. Nato a Porto Cesareo il 17 novembre 1933 ha vissuto la sua infanzia all’entrata del corso in Via Garibaldi, con i suoi genitori Angelo Pasanisi e Greco Nicoletta, convenuti alle nozze nel 1961. Seminarista in quel di Nardò in età adolescenziale, ha poi conseguito il diploma presso l’Istituto Magistrale “Pietro Siciliani” di Lecce, per poi intraprendere un percorso da insegnante. La passione per le arti letterarie inizia però dalla poesia dialettale ispirata alle tradizioni, alla cultura e al gergo marinaresco, della sua amata Porto Cesareo.
È tra i primissimi ad intraprendere studi e ricerche di rilievo su Porto Cesareo ed è grazie a questo impegno costante che ritroviamo oggi tante opere dalle quali attingere informazioni preziose: da “Il gergo marinaro dei pescatori di Porto Cesareo” nel 1984 e 1988; “L’isola Grande o dei Conigli di Porto Cesareo” nel 1985; “Porto Cesareo in epoca romana. Portus Sasine o Senum” nel 1993; “Porto Cesareo. Dalle origini ai giorni nostri” nel 1997 e 2011.
Grazie Pasanisi, penna doc cesarina
Un patrimonio che ha attinto nel corso del tempo dall’archivio parrocchiale dell’allora parroco Don Salvatore Nestola, dall’Archivio di Stato di Lecce e Napoli, dalla Biblioteca Provinciale di Lecce, dall’Archivio della Curia di Nardò. Iscritto alla società “Storia Patria per la Puglia” della sezione Novoli e Lecce, ha avuto al suo fianco figure importanti quali: i professori Mario Spedicato di Carmiano ed Alessandro La Porta, direttore della Biblioteca Provinciale di Lecce; Dino Levante, studioso della storia patria di Lecce; l’architetto Mario Cozzato e Salvatore Muci, studioso e scrittore di origini cesarine che così lo ricorda:
”Ho avuto la fortuna di conoscere Pasanisi intorno alla metà degli anni ’90, mentre stava ultimando il suo libro su Porto Cesareo, edito poi nel 1997. Ci incontravamo spesso, poiché entrambi consultavamo gli archivi di Stato, alla ricerca di preziose notizie. Nel febbraio 1999 andai per la prima volta nella sua casa a Novoli ed oltre a consultare i numerosi documenti notarili, notai come ogni stanza avesse le sembianze di una biblioteca vivente ricolma di libri e foto. Oltre che un valido studioso, perdo un amico con il quale vi è sempre stata stima reciproca. Ora, volato in cielo potrà riabbracciare il padre Angelo, scomparso durante la Seconda Guerra Mondiale in Etiopia e mai ritrovato, nonostante le numerose ricerche”.