INTERVISTENEWS SALENTINE

Tony l’artista a Boncore

a cura di Alessio Peluso

“Se incontrarsi resta una magia, è non perdersi la vera favola.” Sono i giorni della festa patronale a Porto Cesareo e per le vie principali, in mezzo a una miriade di bancarelle incontro Tony, l’artista. Come sempre è un piacere rivedersi, salutarsi, ma soprattutto lasciarsi con la promessa di un’intervista in esclusiva per ECCLESIA.


Ciao Tony e benvenuto nella famiglia di ECCLESIA.
Grazie a te! Non so cosa mi aspetta, ma fremo dalla curiosità.


Siamo in due a fremere! Dai, presentazione rapida per i nostri lettori!
Sono Tony e “sopravvivo d’arte” nel mio piccolo mondo a Boncore, rappresentato dal mio bus che mi custodisce al suo interno insieme con le mie creazioni. Esso è la metafora della mia vita: viaggiare col corpo quando è possibile e con la mente soprattutto.

Un primo piano del bus delle creazioni: all’interno nascono molte delle opere d’arte di Tony l’artista, a Boncore.

 
Immagino che il tuo talento risalga ai tempi dell’infanzia. Raccontaci un po’…
Da bambino mi dilettavo nel ritagliare immagini d’auto e donne dai giornali o riviste; addirittura ai tempi dell’asilo disegnavo sui muri case, strade e ambienti naturali. Ne pagai le conseguenze con mio padre, ma non ci potevo far nulla. La matita fu il mio primo amore.


Poi è iniziata la fase della maturazione e della crescita. Ora quali sono le tue fonti d’ispirazione?
Il mio spostarmi nell’incontrare persone e vivere pienamente le avventure con le storie della quotidianità. E poi da sempre c’è la musica ad accompagnarmi. I Pink Floyd con le loro sonorità stimolano la mia creatività.


E’evidente il richiamo alla natura, alla musica e al ruolo della donna; quest’ultima da sempre musa ispiratrice d’ogni artista. Ne ricordi qualcuna che ti ha influenzato particolarmente?
Nel 2000 incontrai una donna afgana, vissuta in India. Abbiamo condiviso 8 anni meravigliosi e conservo varie opere dedicate a lei. La più importante è la “Rosa nera”.


M’incuriosisce questo nome col suo contrasto di colori …
Infatti la “Rosa nera” è la sua immagine con i capelli neri e lunghi, con i suoi occhi scuri e profondi. Intorno il fuoco che ha illuminato la nostra storia e la nostra vita; poi per concludere il sole che mi è stato donato dal suo essere donna a 360°, rispettando il mio essere uomo e artista con gli spazi di libertà indispensabili alla mia persona.


Tanti gli argomenti trattati. E dato il tuo feeling con la natura e il creato, qual è il tuo rapporto con la fede?
Credo fermamente in valori come l’umiltà, non tralasciando quindi di essere generoso e gentile con gli altri. Donarmi senza tornaconto personale mi rende felice e mi riempie il cuore.


Un’ultima domanda prima d’andar via dal tuo splendido habitat. La luce e l’influenza barocca del Caravaggio, Vincent Van Gogh con la riproposizione della natura morta con cipressi, grano o girasoli, oppure Leonardo da Vinci nell’uso della prospettiva aerea, come si può ricordare nella “Gioconda”; in chi ti rispecchi maggiormente?
Mi ritrovo maggiormente nella follia e nell’estro del Caravaggio nel rappresentare i poveri, i proletari, i santi o i soldati nella loro essenza più realistica.


Sai Tony, una volta il Caravaggio fu denunciato dalla sua padrona di casa perché oltre a dipingere il soffitto, lo aveva bucherellato per garantirsi quel complesso gioco di luce che solo lui padroneggiava in quel modo. E’ successo anche a te qualcosa di simile?
Ebbene sì: circa un ventennio fa durante la mia permanenza in Germania alloggiavo nell’appartamento di un mio amico e con lo stucco d’auto creai il pavimento con l’immagine di onde vorticose, prendendo spunto da una copertina d’album dei Pink Floyd, qual era “Pulse” del 1994; poi soffitta e mura laterali diventarono un’apoteosi di colori e sfumature. A differenza del Caravaggio però, non fui cacciato di casa, poiché il mio amico apprezzò enormemente e quella stanza a distanza di tempo è rimasta invariata.


Dopo quest’ultimo aneddoto sento solo di ringraziarti Tony della tua disponibilità e non sottrarre altro tempo alla tua arte. Ora vado lasciandoti con una frase che potrai fare tua, parchè “chi viaggia senza incontrare l’altro, non viaggia, si sposta …”
Hai ragione! Anche la mia arte è un moto perpetuo, che muta ogni secondo e che non si ferma mai …

In alto nella foto possiamo riconoscere un’ampia sirena tra gli alberi, più in basso l’opera “Rosa nera” nel giardino di Tony a Boncore.

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