La famiglia Albano con provenienza da Taranto: l’approdo a Porto Cesareo
a cura di Salvatore Muci – In foto Cosimo Albano e Carmina Peluso
Sin dall’anno 1787, gente appartenente alla famiglia Albano, approdavano sino al sito di Cesarea e ai lidi di Santa Caterina, Sant’Isidoro e Torre Colimena. Ciò è negli atti del notaio Giuseppe Castrignanò da Nardò. In un altro atto di ventinove anni dopo, dinanzi a notar Oronzo Tramacere di Leverano, Antonio e Giuseppe Albano, con altri undici capibarca, sottoscrivevano un accordo in Capitaneria di Porto di Gallipoli, riguardo la pesca di vope e mascolari, sino agli ovadi al largo di Cesarea, con attrezzi di nasse a campana d’una certa altezza.
Nell’anno 1867, un certo Giuseppe Albano da Taranto, era presente nella marina con la propria barca. Il suo equipaggio comprendeva, sia il padre Cosimo che il fratello Francesco. Dunque come si evince, tra le famiglie di gente tarantina presenti nella borgata di Cesarea, nel secondo e ultimo ‘800, era già presente quella degli Albano.
Da varie fonti rinvenute d’archivi ecclesiastici, si approfondisce la conoscenza sulla vita della famiglia nei decenni seguenti del ‘900. Da documentazioni anagrafiche, Giuseppe Albano risulta ammogliato con tre donne: la prima Maria Rosaria Battista, la seconda Maria Giannotta, entrambe poi decedute, la terza tal Antonietta Rizzello. Il suddetto risulta aver adempito da giovine al servizio militare nelle fila dei garibaldini.
Giuseppe, prima con i genitori e dopo con le sue mogli, dimorava in una baracca sita nel mezzo della piazza del porto. Lì aveva un esercizio di tabacchi, concessione offertagli dall’allora stato, per i servizi dati alla Patria, quando militava tra le fila dei seguaci di Giuseppe Garibaldi. Dunque, negli ultimi anni dell’800, Giuseppe Albano e Antonietta Rizzello, avevano una casa di legno nelle vicinanze della Torre. Lì gestivano il primo tabacchino del posto.
La famiglia Albano: il battesimo di Maria Fiorenza datato 1899.
Alla loro morte, la concessione governativa era intestata alla figlia Luigia, coniugata con Angelo Maria Colelli. Nei documenti otto – primi ‘900, riguardanti la storia della famiglia e rinvenuti presso gli archivi ecclesiastici delle Diocesi di Brindisi e Nardò, si conoscono i nomi di alcuni sacerdoti presenti a Torre Cesarea:
nel 1881 sacerdote era Francesco Antico;
1885 con il reverendo Giovanni De Simone;
nel 1898 Don Antonio Calabrese;
1901 in Cesarea, vi era don Salvatore My.
Nel 1899 il reverendo sacerdote don Francesco Cappello per facoltà di don Giuseppe Ricciardi, Vescovo di Nardò, nella chiesa di Santa Cesarea sita in Porto Cesareo, battezzava l’infante nata ivi il 24 novembre, ora 2 anti meridiana, da Giuseppe del quondam (una volta) Cosimo Albano della città di Taranto e da Antonietta Rizzello di Vincenzo della terra di Leverano.
I coniugi imposero il nome Maria Fiorenza. Padrini erano il pescatore Greco Elias Nigoleta del quondam Demetrio de Granieri dalla Grecia e Maria Plantera di Pasquale da Nardò. Da ciò si deduce di una presenza di pescatori greci a fine ‘800 nella spiaggia di Cesarea.