SPAZIO STORIA

La strage di Superga, quando morì il Grande Torino nel 1949

a cura di Alessio Peluso

Era l’estate del 1939 quando Ferruccio Novo divenne Presidente del Torino. Avendo giocato nella formazione giovanile conosceva bene l’ambiente, ma soprattutto si ispirava a modelli vincenti di gestione societaria come Edoardo Agnelli nella Juventus o seguendo lo sviluppo delle squadre inglesi, su dritta dell’allora C.T. Vittorio Pozzo.

Affidandosi ad esperti ed appassionati di sport come lo stesso Mario Sperone, scudettato nel 1928, costruiva la cosiddetta squadra degli invincibili. E lo fa nonostante l’imminenza della Seconda Guerra Mondiale, portando a Torino prima l’ala sinistra e campione del mondo nel 1938, Pietro Ferraris acquistato dall’Ambrosiana Inter; poi un’altra ala dal tiro esplosivo come Romeo Menti, al quale si intitolò lo stadio del Vicenza. Infine un trittico di giocatori come Bodoira, Borel e Gabetto, presi dagli eterni rivali della Juventus.

E se nella stagione 1941 – ’42 il Torino giunse secondo, l’anno seguente aprì il ciclo vincente. Con l’arrivo di Valentino Mazzola, i granata la spuntarono sulla rivelazione Livorno, mentre conquistarono la Coppa Italia a spese del Venezia. Intanto nel 1944 e con la guerra in corso, il campionato italiano proseguì dividendosi in due gironi. Le società per evitare la partenza al fronte dei calciatori, li assicurarono ad industrie cruciali nella produzione nazionale.

Dall’amichevole spettacolare tra Benfica e Torino, alla strage di Superga.

Nel post conflitto il Grande Torino continuò a dominare caratterizzandosi per le numerose goleade nel giro di pochi minuti, il celebre quarto d’ora granata. Ad esempio Mazzola realizzò tre goal in tre minuti al Vicenza, a partire dal caratteristico suono del trombettiere che apriva le danze di assalto alla porta avversaria. Qui il Grande Torino dimostrava la sua forza.

Arriviamo così al 27 febbraio 1949, quando l’Italia travolse 4 – 1 il Portogallo. I due capitani, Mazzola da una parte e Francisco Chico Ferreira dall’altra nel post gara passato insieme, decisero di organizzare un’amichevole tra Benfica e Torino. Di fronte a 40.000 spettatori lo spettacolo vide trionfare i portoghesi 4 – 3.

Fu l’ultimo atto di quella grande squadra. Il giorno dopo, ovvero il 4 maggio del 1949, il trimotore FIAT G. 212, causa nebbia fittissima e guasto dell’altimetro, andò ad impattare alle 17:05 sui muraglioni del giardino, alle spalle della Basilica. Oggi la ricordiamo tutti come la strage di Superga. 31 le vittime tra calciatori, dirigenti e anche giornalisti.

Al C.T. Vittorio Pozzo il difficilissimo compito di riconoscere i suoi ragazzi (formavano gran parte della Nazionale Italiana), prima che si celebrassero i funerali il 6 maggio, al cospetto di 500.000 mila persone giunte al Palazzo Madama.

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