Le Spunnulate di Torre Castiglione: origini e vegetazione
La Redazione
Una particolarità del territorio a nord – ovest di Porto Cesareo è la presenza delle Spunnulate, nome che deriva dal dialetto locale spunnare, ovvero sprofondare. Queste sono infatti delle cavità del terreno (doline), grossomodo circolari, di varie dimensioni e profondità. Sono presenti principalmente nella zona denominata Torre Castiglione (torre ormai diroccata), quasi al confine con la provincia di Taranto.
Tali doline originano dal crollo della volta di cavità sotterranee che si sono formate, per fenomeni carsici, nel sottosuolo calcareo, ad opera di corsi d’acqua sotterranei. Peculiare è la differenza di vegetazione tra l’interno delle Spunnulate e la zona circostante. La parte più profonda e fresca è caratterizzata da relitti vegetazionali della macchia a leccio (Quercus ilex). Ad esempio Myrtus communis, Calycotome spinosa, Smilax aspera, Clematis vitalba, Prasium majus, Phillrea media, Olea oleaster, Daphne gnidium, Osyris alba, Rubia pregrina. Nell’area limitrofa invece è presente una gariga più o meno rada e degradata.
Cosa ha favorito la crescita di tale vegetazione nelle Spunnulate?
La vegetazione delle pareti delle Spunnulate è composta principalmente da macchia – gariga a leccio, olivastro (Olea oleaster), mirto (Myrtus communis), lentisco (Pistacia lentiscus) ed altre specie. Sulle pareti più scoscese sono presenti capperi (Capparis spinosa) e caprifico (Ficus carica caprificus). Sul fondo si rinviene una tipica formazione di ambiente salmastro a giunco pungente (Juncus maritimus).
Tra le cause che hanno favorito la crescita di tale vegetazione all’interno delle Spunnulate sono da considerare il riparo dai venti salmastri marini e l’assenza di disturbo operato dal pascolo e dall’uomo. Infine, una maggiore umidità, favorita dalla presenza di acqua sul fondo.
La parte più bassa di quasi tutte queste doline costiere, infatti, soprattutto là dove raggiunge un livello inferiore a quello del mare, è occupato da un piccolo specchio di acqua salmastra, originato dalla raccolta delle acque meteoriche, dallo scorrimento di falde superficiali e dall’intrusione di acqua marina.