MusicaMentis Ensemble: uniti dal potere della melodia
a cura di Alessio Peluso – Edit foto by Giuseppe Rutigliano
È la sera di Natale. Lecce pullula di gente, è addobbata con le tipiche luci natalizie. Per strada non mancano gli artisti che si esibiscono in spettacoli d’intrattenimento, piazza Sant’Oronzo è illuminata dal caratteristico albero. Passando dal Duomo le luci blu stellate si prendono la scena e il presepe nell’ampio spiazzo rende tutto più magico e romantico.
Avventurarsi per le strade della città barocca è sempre piacevole, in questo periodo dell’anno ancor di più. Un ulteriore motivo per visitare le bellezze artistiche di Lecce, i suoi monumenti, la sua storia. Tra di essi possiamo annoverare l’imponente Basilica di Santa Croce, un gioiello barocco nel centro storico che ha visto l’inizio della sua costruzione già dalla metà del 1500.
Sono quasi le 20:00 del 25 dicembre, risuona dall’organo a canne costruito dai fratelli Ruffatti nel 1961, un classico natalizio come “Tu scendi dalle stelle”, a conclusione della solenne celebrazione. La chiesa è stracolma. Subito dopo all’opera per la prima volta a Lecce i MusicaMentis Ensemble, musicisti di primo piano, come testimoniano i nomi dei suoi componenti.
MusicaMentis Ensemble: direzione artistica affidata ad Angela Cosi.
Direzione artistica ed arpa per Angela Cosi, che qualche anno fa abbiamo avuto l’onore di intervistare in occasione del suo primo album Nostos. Poi Teobaldo Scardino al flauto, Domenico Zezza al violino, Armando Ciardo alla viola, Merita Alimhillaj al violoncello, Davide Codazzo al contrabbasso, Alberto Stefanizzi tra Glockenspiel e vibrafono, Lucio Stefàno alla batteria. Imbarazzo della scelta per il quartetto voci tutto al femminile: Dionisia Cassiano, Domi Siciliano, Simona Gubello, Valentina Negro.
E lo spettacolo? Un’immersione totale, un mix perfetto tra l’atmosfera natalizia data da classici come “Carols of the bells” e “Silent night” ad “Amazing Grace” tipico della tradizione gospel. Non mancano grandi classici di autori rinomati come “Ave Maria” su l’aria di Caccini a “Voci di primavera” di Johann Strauss, senza dimenticare “Inverno” di Vivaldi dove l’interpretazione dei maestri al violino catapulta l’ascoltatore attento in un’altra dimensione.
Infine il fascino del cinema e delle sue memorabili colonne sonore: c’è spazio per l’irraggiungibile Morricone o per la carica trasmessa da “Il Gladiatore”. Circa 80 minuti di pura estasi musicale, amplificati ulteriormente dal fascino della Basilica stessa, ma soprattutto dalla maestria dei suoi interpreti, uniti dal potere della melodia, dell’amicizia in comune che arriva come un tourbillon di emozioni al cuore dello spettatore.