ARTE & SALENTO

Riccardo Coroneo, il mio amico Figaro

Ad un comune taglio di barba e capelli segue una piacevole chiacchierata. Scopriamo così la storia dei Coroneo a Porto Cesareo, nell’arte del parrucchiere.

a cura di Raffaele Colelli

Era trascorso all’incirca un mese e mezzo dall’ultima volta che ero andato dal barbiere. La barba era cresciuta a dismisura, pizzicava il collo e mi dava un certo fastidio. Addirittura anche i quattro filamenti di capelli andavano ammaestrati: pochi, ribelli e stretti parenti di una scopa spennacchiata. Decisi così che fosse giunto il momento di andare a far visita al mio amico Riccardo Coroneo e cercare di mettere tutto al proprio posto.

Lui era Il mio amico Figaro da sempre; da quando ancora adolescente una folta capigliatura quasi bionda mi cadeva sulla fronte e dietro le spalle. Mentre una leggera peluria appariva appena impercettibile sulle guance e sul mento. Futura discendente degli attuali peli che mi coprono un viso da uomo su con gli anni. Vista l’ora insolita, un quarto all’una, non c’era alcun cliente, il salone era vuoto, ero stato fortunato, anche se succedeva molto di rado.

– Buongiorno Riccà – gli dissi in modo confidenziale

– Buongiorno Raffaè il solito? Barba e capelli – rispose con un mezzo sorriso visto che al contrario della barba e di capelli ce ne erano davvero pochi. Perciò poteva sembrare una mezza battuta bonaria, quella che solo gli amici veri possono permettersi.

Sfilai il berretto, appesi la borsa sull’attaccapanni verticale vicino l’ingresso e tolsi gli occhiali posandoli sulla specchiera, dopo aver preso posto nella prima poltrona a sinistra a ridosso della porta a vetri laterale a protezione di una lunga e orizzontale tapparella. Come d’abitudine tra una battuta e l’altra e qualcosa di più serio incominciammo a discorrere.

E si sa i discorsi ne intrecciano altri e spesso toccano argomenti del tutto differenti a quelli iniziali. E così accadde, che per qualche logica successione dei fatti mi parlò dei suoi ricordi da ragazzo e di come intraprese l’arte del barbiere.

Riccardo Coroneo a Porto Cesareo
Il fondatore Michele Coroneo.

La prima sala da barba aperta da Michele Coroneo.

– Era nel 1966 quando mio padre rientrato dopo due anni dalla Germania dove era emigrato, decise alcuni mesi più tardi di aprire, con i pochi soldi che aveva guadagnato all’estero, una “sala da barba”.

– Da quello che ho capito tu avevi all’incirca dieci anni visto che sei di qualche anno più piccolo di me, quindi quello che mi dici, lo ricordi perfettamente – gli risposi con una certa difficoltà e con il timore di distrarlo, visto che il mio amico era impegnato con il suo attrezzo a dare un senso alla mia barba disordinata.

– Si, si Raffaè, avevo all’incirca dieci, undici anni quando mio padre decise di portarmi con lui, nella sua attività, a imparare il mestiere. Sai, lui ci teneva molto e d’altronde non sopportava assolutamente che durante le vacanze estive, allora frequentavo la prima media, andassi a cazzeggiare tutto il giorno con i miei amici per un dolce far niente.

La primaria attività di “Sala da barba” era stata aperta dal signor Michele Coroneo, il padre del mio amico Riccardo, in via Garibaldi, dove attualmente è ubicata una pescheria. E ancora prima un fabbricato di tre piani affiancato da una macelleria a destra e a sinistra dalla sede del Partito Comunista Italiano; mentre in uno spazio ristretto e frontale una vecchia pompa di benzina.

La morte del fondatore Michele: Riccardo Coroneo ne prende l’eredità lavorativa.

E dopo un paio d’anni, ed esattamente nel 1969, il salone venne trasferito nel pianoterra di uno dei locali di nuova costruzione di un grande palazzo in via Monti, dove si trova tutt’ora e da più di cinquant’anni.

– Sette anni dopo, ricordo come se fosse ieri – Riccardo continuava il suo personale racconto. Spense con un click il rasoio elettrico che stringeva in una mano. Per alcuni secondi restò fermo, senza muoversi, di lato alla poltrona dove mi ero accomodato. Il volto aveva assunto un’espressione seriosa e dallo sguardo traspariva chiaro un velo di commozione. Poi lentamente riaccese, con un altro click, il suo attrezzo e continuò… – Non lo potrò mai dimenticare. Dopo un anno obbligatorio nelle forze armate, mi arrivò il sospirato congedo e proprio in quel periodo mio padre si ammalò di una grave malattia, nemmeno due mesi più tardi ci lasciò.

Riccardo si rimboccò le maniche e prese in mano la situazione. D’altronde altre soluzioni non ce ne erano e poi la posizione economica era quella che era. Per sua fortuna e anche grazie a suo padre Michele, qualcosa del mestiere aveva imparato e quel qualcosa con gli anni e con infinito impegno divenne tanto, fino a diventare uno dei “parrucchieri per uomo” più bravi e preparati della provincia.

Riccardo e Matteo Coroneo
Padre e figlio: alla destra Riccardo, a sinistra il figlio Matteo Coroneo.

Ed ora Hair Styling Riccardo è nelle mani del nipote di Michele, Matteo Coroneo.

Per una sua e più personale soddisfazione e per il piacere dei tanti clienti coccolati da un ambiente alla moda e al passo con i tempi. Certi di trovare l’attenzione giusta della quale avevano bisogno, ma anche una sorta di relax capace di migliorarne l’aspetto fisico e di conseguenza di elevare la propria autostima.

Così negli anni e grazie ai vari corsi di aggiornamento e svariati e meritati attestati il salone assunse un aspetto sempre più professionale. Da “Sala da barba” che era dal 1969 al 1980, divenne “Acconciatura per uomo” dal 1980 fino al 1990; infine nel 2000 si trasformò in “Hair Styling Riccardo“.

– Vedi Raffaè ora tocca a mio figlio Matteo portare avanti l’attività di famiglia – mi disse con un ampio sorriso. Intanto il suo sguardo ridivenne radioso come sempre.

– Eh già, Riccà, lui ora rappresenta la terza generazione e promette assai bene visto che è già molto bravo – ribattei sincero.

– Si, si Raffaè, Matteo è davvero bravo, tanto da disporre di una propria clientela e di questo ne vado estremamente orgoglioso! Mi alzai dalla poltrona girevole. Lo specchio di fronte a me rivelò che la barba era perfetta e che per i capelli ci sarebbe voluto un miracolo. Rimisi gli occhiali, il berretto in testa e presi la borsa dall’attaccapanni verticale. Pagai con piacere il conto e alzando la mano salutai, come sempre avevo fatto, padre e figlio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *