Fidanzamento d’altri tempi, quante difficoltà!
In un periodo storico in cui i fidanzamenti sono piuttosto rapidi è interessante riscoprire tanti piccoli riti del nostro Salento. Conquistare la propria lei, significava conquistare anche la sua famiglia.
La Redazione
Nei tempi antichi, l’uomo doveva compiere una serie di prove per meritare l’amore della ragazza prescelta e per ottenere il consenso dei suoi familiari. Le occasioni erano ridottissime e il contatto tra uomo e donna in pubblico era vietato. La ragazza non poteva concedersi ancor prima del matrimonio, ci poteva solo rimettere, non aveva nulla da guadagnare.
Doveva difendere il suo “onore”, non accettare subito la corte. Si doveva attendere che i genitori dei due innamorati, di comune accordo, dessero il consenso al fidanzamento e all’entrata in casa del fidanzato accompagnato dal padre e dalla madre. Da questo momento per le famiglie cominciavano una serie di riti obbligatori di circostanza.
Nel periodo del fidanzamento ci si emozionava per un bacio sulla guancia e una prima “strusciata”. I due innamorati sedevano rigorosamente agli estremi del tavolo. Parlavano senza avere alcun contatto, guardati a vista dalla madre seduta al centro. Comune abitudine era recitare il Santo Rosario con il parentado e i vicini di casa.
Fidanzamento d’altri tempi: il ricco corredo esposto nella stanza da letto.
Anche lo scambio vicendevole, dei regali era ordinato da principi ben precisi secondo cui ogni iniziativa era a carico del maschio. Questi doni dovevano essere custoditi con molta cura perchè in caso di rottura dell’impegno la loro restituzione era obbligatoria. Il giorno in cui si pubblicava la data del matrimonio, la suocera regalava alla nuora una collana d’oro a puntualizzare il profondo legame che univa le loro vite.
Si proseguiva poi, con una piccola festicciola e si terminava con un banchetto. Il giovedì precedente la celebrazione del rito matrimoniale, il ricco corredo era esposto nella stanza da letto; come anche tutti i regali ricevuti e gli invitati alle nozze erano chiamati a partecipare.
Il letto sfoggiava la migliore coperta del corredo. Sopra erano sparsi i confetti, sempre beneauguranti, boccioli di fiori bianchi e qualche moneta per propiziare la ricchezza. In tale circostanza, la fanciulla donava alla suocera uno scialle, o un vestito; e al futuro sposo una camicia con i gemelli, ricevendo in cambio l’abito da sposa.
Un gruppo di musicanti, insieme allo sposo, amici e parenti, si recavano sotto la finestra della sposa e incominciavano a suonare canzonette con i testi esclusivamente scritti in dialetto e temi quali l’amore e la vita di campagna. Quando la sposa apriva la finestra, e si manifestava, partiva un applauso generale della folla e cominciava la festa con folcloristici balletti.
Dal Libro “Amarcord Salentino” – Usi e Costumi d’altri tempi – Fidanzamento e Matrimonio d’altri tempi